La speranza ha gli occhi di una bimba. A cui hanno dato il nome Angera

La battaglia. La figlia del capogruppo di maggioranza nasce a Varese. Ma è già un simbolo

Due bambine diventano il simbolo di una battaglia di civiltà: «A loro è stato negato il diritto di nascere nell’ospedale Ondoli, sono le prime due bambine ad essere state private di questo diritto. Devono essere le ultime».

Camilla è stata la prima a non poter venire alla luce all’ospedale di Angera dopo la chiusura del punto nascite e della Pediatria dell’Ondoli. È nata a Cittiglio con cesareo d’urgenza e la mamma con febbre a 39. Beatrice è stata la seconda: «È nata a Varese – spiega , capogruppo della maggioranza consiliare angerese nonchè padre felicissimo della piccola – Io e la mia compagna siamo stati in prima linea con tutti gli altri cittadini per chiedere la riapertura dei reparti».

Rachele, la compagna di Fasola, è rimasta tra le mamme combattenti sino all’ultimo: era presente alla manifestazione che due settimane fa ha dato il via alla ribellione di un intero territorio. E c’è un omaggio alla forza di far valere i propri diritti e di lottare perchè nessun altro bambino debba nascere lontano dal “suo” ospedale nel nome che la piccola porta: «L’abbiamo chiamata – spiega il papà – un omaggio alla sua e alla nostra città che deve avere il suo ospedale per tutti i bambini che verranno alla luce in futuro. Perchè questo sono i bambini: futuro e speranza».

Beatrice è nata all’ospedale di Varese: «Cesareo anche per noi – spiega Fasola – i reparti li hanno chiusi praticamente nottetempo. Senza che le mamme al termine avessero modo di organizzarsi». Il papà di Beatrice Angera spiega: «Sulla professionalità dei medici e del personale infermieristico dell’ospedale di Varese posso avere soltanto parole d’elogio. E del resto non è questo ad essere messo in discussione. Ma ci siamo accorti che per la degenza post parto la struttura varesina era però molto sovraccarica. E del resto già a pieno regime la stessa struttura si è dovuta sobbarcare dall’oggi al domani i pazienti provenienti da una corposa porzione di territorio che prima avevano un altro punto di riferimento».

Ed è bello, in un momento in cui il cittadino ha alzato la testa svincolato da appartenenze politiche motivato a riavere un servizio “fondamentale”, che il simbolo di questa protesta siano «due bambine. Due future madri». «Per loro – spiega Fasola – si combatte questa battaglia. Perchè tutti i nostri figli da adulti possano avere il loro ospedale nel momento più bello della vita».

E se le due bimbe hanno messo in luce venendo la mondo le falle di una decisione giudicata penalizzante per il territorio tutto, ieri un altro episodio ha fatto gridare allo scandalo. «Un bambino arrivato all’Ondoli con 40 di febbre – spiega , vicesindaco di Angera e presidente del comitato per la riapertura di punto nascite e pediatria – c’è stata l’attesa poi c’è stata l’evidenza che senza Pediatria il bambino non avrebbe potuto avere ad Angera cure specialistiche. Quindi è stato caricato in ambulanza e trasferito a Cittiglio».

Un trauma per lui e per i genitori, «ai quali va tutta la nostra solidarietà – dice ancora Brovelli – un disservizio inaccettabile per il quale riteniamo responsabili la direzione generale e Regione Lombardia. È inaccettabile e senza la riapertura dei reparti per centinaia di cittadini il futuro sarà questo. E non lo accetteremo: un bambino, una famiglia, non può e non deve accettare tutto questo».