– Da consulente a contadino: la rivoluzione bio di. Ha studiato al liceo scientifico, si è laureato alla Liuc, ha passato anno di Erasmus in Svezia e poi ha trovato un lavoro interessante, ma oggi si misura con rucola, zucchine, quaglie, galline, oche e sei asini.
E, mentre propone l’originale idea dell’aperitivo nell’orto, sogna d’aprire un chiringuito, ma non sulle bianche spiagge del Brasile.
«Per due anni ho lavorato come consulente di banca – spiega il titolare dell’azienda agricola, “Il Bianchi” di Casbeno – Poi per otto anni ho fatto il consulente per una società di Reggio Emilia che si occupa di sviluppo ricerca e innovazione».
Un lavoro stimolante, anche se ad alto tasso di stress. «Mi piaceva perché ogni giorno si vedevano cose diverse: una nuova pila, un bicchiere o un tessuto. Poi da 60 persone siamo arrivati a 350 ed è cambiata la maniera di lavorare. Non mi piaceva più e allora mi sono detto “lascio tutto e vado a fare il mestiere dei miei nonni: il contadino”».
Una scelta drastica che non ha previsto vie di mezzo. «Dopo
otto anni in un settore di nicchia ho avuto richieste interessanti dalla concorrenza», ma Roberto non poteva tornare indietro perchè aveva capito quale doveva essere la sua nuova strada. «Facevo 50mila chilometri all’anno in auto, passavo tutto il giorno al telefono, riunioni fiume: arrivavo al weekend che facevo fatica a parlare con la gente».
La campagna, a un chilometro e mezzo dal centro di Varese, invece è un affare di famiglia da sempre.
«I miei nonni hanno sempre fatto i contadini e sono sempre stati sereni e contenti. La campagna ce l’ho sempre avuta dentro e non ho mai preso in considerazione di accettare altre offerte lavorative».
Una scelta appagante visto che l’entusiasmo a Roberto non manca dopo un anno passato a dissodare i terreni dei nonni in via Mirasole, non coltivati da qualche anno, un’estate, la scorsa, decisamente troppo piovosa e la fatica fisica, ma con la soddisfazione di veder crescere il proprio lavoro creando un piccolo giro per vendere i suoi prodotti tra ristoranti, amici e le signore del rione.
«Mi piacerebbe che diventasse un’abitudine quella di andare dal contadino con la stessa sistematicità con cui si va al supermercato».
Bianchi si definisce «non bio, ma “oltre”: letame, un po’ di verderame e le mani per strappare le erbacce. La mia idea è quella di proporre una cassetta col raccolto fresco del giorno: un misto di pomodori, zucchine, melanzane insalate e di quanto matura ogni giorno, dando un po’ di varietà. E poi la frutta dai lamponi alle fragole».
Tutti prodotti che si possono testare negli aperitivi nell’orto: tra fichi freschi, frittata di zucchine, salvia fritta, uova di quaglia scottate nell’acqua bollente, cetrioli e rucola. Ci si prenota con un numero massimo di dieci persone per il martedì e giovedì attraverso la pagina Facebook “Il Bianchi di Casbeno”.
Se gli si chiede come si vedrà tra cinque anni, Roberto svela il suo sogno.
«Il mio progetto ampliato, oltre a continuare il mio lavoro nei campi, prevede l’utilizzo di un terreno che abbiamo verso il lago, nella zona di Calcinate del Pesce, dove oggi c’è una piccola darsena che affittiamo».
Il progetto è quello di far sorgere un chiringuito: un ritrovo all’aperto dove fermarsi per riposarsi e ristorarsi.
«La zona è quella della pista ciclabile che ha un gran viavai di persone. Vorrei portare una struttura in legno semovibile, così da non deturpare il territorio, realizzare una piccola area giochi per i bambini e un recito per i cani per offrire un spazio nel verde da godere nel fine settimana, dove bersi un bicchier d’acqua, un caffè, una granita o un frullato fresco coi miei prodotti a chilometri super zero».