Beethoven aveva intitolato la sua nona sinfonia come “la corale”, quella in cui le voci e il coro finale diventano protagonisti in un crescendo passato alla storia. Poteva essere lo stesso in casa Pro Patria, perchè, dopo 8 vittorie consecutive, per venire fuori dalle temperature gelide di Darfo Boario serviva veramente una prestazione comune e unita. Peccato che, più che una sinfonia, sembrava di ascoltare una canzonetta, con molti degli strumenti non accordati, in qualche caso persino stonati.
Eppure hanno suonato bene per molto tempo i Tigrotti: 24 punti in 8 partite, record di imbattibilità della porta difesa da Monzani, poche conclusioni concesse agli avversari, un cambio di modulo che aveva tramutato il brutto anatroccolo biancoblù nel cigno più bello del campionato in un crescendo di prestazioni e di emozioni senza pari tra gli avversari perchè quando soffri – e la Pro Patria tra agosto e ottobre ha sofferto non poco – la vittoria assume tutto un altro sapore.
Hanno sconfitto le paure del passato, come Hansel e Gretel nella casa di marzapane, ma oggi devono ritrovare la strada del ritorno verso casa, come Pollicino. Paragoni fiabeschi per una cavalcata in crescendo, esattamente come quella delle valchirie, ma la realtà dice che a differenza delle celebri storie per bambini qui non c’è un nemico: non c’è la strega, non c’è il cacciatore, non ci sono gli uccellini che mangiano le molliche di pane e ti fanno perdere nel bosco.
La strada per tornare a vincere e convincere i Tigrotti la conoscono, ed è ben diversa rispetto a quella che porta a un esito negativo della stagione. Qualcuno potrebbe vedere Roberto Bonazzi come Mago Merlino, uno che con la sua bacchetta magica possa raddrizzare le cose; a noi piace più pensarlo come Mastro Geppetto, onesto lavoratore in grado di modellare un pezzo di legno, pregiatissimo nel caso della rosa biancoblù, in uno splendido essere umano. Non un burattino, no: l’obiettivo finale di ogni fiaba è la realizzazione dell’eroe che sconfigge le paure e le difficoltà del percorso raggiungendo la sua meta. L’obiettivo della Pro Patria, ce lo ha raccontato la presidente Patrizia Testa, si chiama promozione. Difficile raggiungerla direttamente: il Monza viaggia a una velocità insostenibile con quei 44 punti in 17 partite; ma anche attraverso i playoff andrebbe benissimo.
Come una Fenice che rinasce dalle proprie ceneri questa squadra sta regalando ai suoi tifosi la fiaba più bella del 2016 proprio perchè ricca di difficoltà. Non importa se non si è suonata la nona, non importa se arriveranno altre canzonette come quelle cantate da Bennato: l’importante è ritrovare la via e esprimere un desiderio sotto il vischio. I druidi gli attribuivano un grande potere: ha la capacità di far avverare i sogni espressi. In via Ca’ Bianca ne hanno uno su tutti, tenere l’infermeria il meno affollata possibile: così si potrà sognare anche in Primavera, senza vischio.