Guardava sua moglieE lui accoltella il rivale

SOLBIATE ARNO Accoltella un connazionale e finisce in manette con l’accusa di tentato omicidio. Il movente? Quello più antico del mondo: la gelosia. Nei perfetti panni di un moro Otello solbiatese, D.D., 51 anni marocchino regolarmente residente a Solbiate Arno, operaio, coniugato ed evidentemente gelosissimo della moglie. Ad assaggiare la lama del suo coltello, M.H., 38 anni, suo connazionale, anch’egli operaio, anch’egli regolare e residente a Solbiate.

Intorno alle 23 di giovedì ieri sera, i carabinieri della stazione di Albizzate e del Nucleo operativo di Gallarate sono accorsi in piazza della Madonnina dove, all’esterno di un bar, stava ferito il trentottenne. La chiamata al 112 è partita da alcuni connazionali della vittima che con lui si trovavano al bar al momento del diverbio. Stando a quanto raccontato agli uomini dell’Arma dai testimoni, D.D. sarebbe entrato al bar armato di un coltello da cucina con una lama di 20 centimetri: evidentemente in quel bar ci era andato per cercare il rivale.

Tra i due sono volate parole grosse. Le accuse del più anziano, di lasciar perdere la moglie, poi la coltellata, una soltanto, sferrata con forza. La lama è penetrata quasi completamente nell’addome della vittima, provocando un taglio ampio 30 centimetri circa e profondo 12 centimetri. Il cinquantunenne ha gettato il coltello insanguinato a pochi metri dall’uscita del bar e ha tentato di fuggire confuso e sporco di sangue. I militari lo hanno arrestato poco più tardi, rintracciandolo mentre cercava di tornare verso casa. E per il cinquantunenne si sono aperte le porte del carcere di Busto Arsizio. Il pm di turno, Roberta Colangelo, ha già chiesto la convalida dell’arresto unitamente alla custodia cautelare in carcere dove il cinquantunenne sarà ascoltato in sede di udienza di garanzia probabilmente lunedì mattina.

La gelosia che ha accecato il cinquantenne di fatto non ha alcuna base fisica. Tra il trentottenne e la bella moglie quarantenne dell’ “Otello”, altro non ci sarebbe stato che un gioco di sguardi. La donna, che a passeggio in strada portava il capo coperto, usciva invece completamente libera sul balcone di casa. E lì il trentottenne passava per ammirarla. Tanto è bastato al cinquantunenne, resosi conto di quell’occhiata di ammirazione, per perdere la testa tentando di uccidere il rivale. Rivale che solo per miracolo è vivo: la coltellata non ha colpito organi vitali. L’uomo se la caverà con una prognosi di 16 giorni.

b.melazzini

© riproduzione riservata