Che spettacolo i ragazzi del liceo artistico-coreutico-musicale Candiani-Bausch. Applausi a scena aperta martedì sera e ieri sera, in un teatro Sociale “Delia Cajelli” stracolmo e caldissimo, per lo spettacolo di danza classica e contemporanea del liceo coreutico.
Non il solito “saggio di fine anno scolastico”, ma un vero spettacolo da spellarsi le mani dagli applausi, frutto di un progetto d’istituto curato dal prof. con tutto uno staff dedicato, per la regia di e e con il service curato dalla società All Show Luxury Events (di e del noto coreografo ). Ennesima dimostrazione del livello di qualità raggiunto dall’istituto guidato dal dirigente scolastico .
Non è un caso che, come ricordato al termine dell’intensa performance, i ragazzi della quinta coreutico che si apprestano a fare gli esami di maturità, hanno già il posto in caldo in alcune delle più importanti scuole di danza, dall’Accademia nazionale di danza al Centro studi del teatro Carcano, dalla Barcelona Dancing Project alla Atlantic City Ballet, oppure nei corsi di laurea del Politecnico e della Statale Bicocca, per chi ha deciso di proseguire con la carriera universitaria.
E che il Candiani-Bausch sia «un’eccellenza di Busto» – come ribadisce il sindaco , che in una giornata piena di impegni non ha voluto mancare allo spettacolo rimanendo inchiodato alla poltrona fino alla fine – ormai è quasi superfluo ripeterlo.
Ma il preside Monteduro ha voluto concludere la serata con un ringraziamento emblematico, che fa capire come lo scopo principale dei cinque anni al Candiani-Bausch sia quello che gli alunni «imparino a stare al mondo e ad affrontare le avversità, andando fino in fondo».
Un episodio successo ad un’allieva, della quinta coreutico, che lunedì sera era ospite al liceo Tito Livio di Milano, il primo coreutico attivato in Lombardia dopo sette anni dal Bausch («non a caso guidato dalla bustocca , nostra ex docente») per uno spettacolo di danza: «Ad un certo punto – racconta il professor Monteduro – la musica si è fermata e De Santo ha danzato. Ha danzato fino in fondo, tutto il suo pezzo, senza fermarsi. All’insegnante, che era preoccupata, ha detto “ci penso io”. E ha fatto quello che sapeva fare». Ed è qui che il preside ha capito che aveva centrato l’obiettivo.