– A lanciare l’allarme sono i pazienti dell’ambulatorio oltre che al sindacato dei pensionati di Cisl e Cgil. «Da lunedì 6 luglio – denuncia un paziente che tutte le mattine effettua il prelievo in via Pergolesi – il servizio verrà sospeso sino al mese di ottobre, per non parlare del Cup, attraverso il quale è possibile prenotare visite mediche, che sarà aperto soltanto una volta a settimana».
Fino a ottobre, i pazienti saranno costretti a servirsi di un centro privato convenzionato che a Besozzo, in via XXV aprile, effettua lo stesso tipo di servizio. «Quella struttura non è adeguata – sostengono della Fnp Cisl di Besozzo edella Slp Cgil – la sala d’aspetto è troppo piccola rispetto al numero di persone che tutte le mattine vanno a effettuare il prelievo del sangue; stiamo parlando di una decina di posti a fronte di almeno trenta persone in attesa».
Un altro problema segnalato dai sindacati riguarda poi l’ubicazione dell’ambulatorio convenzionato; al secondo piano, per fortuna servito comunque da un ascensore. I rappresentanti dei pensionati non hanno alcuna intenzione di arrendersi alla decisione presa per il periodo estivo dall’Azienda ospedaliera. «Chiederemo un incontro urgente sia al sindaco di Besozzo che alla stessa Azienda ospedaliera per cercare di trovare una soluzione al problema – promettono Panosetti e Rossi – ci chiediamo se chiudere per quattro mesi l’ambulatorio non sia il preludio alla sua chiusura». Oltre a non effettuare più fino a ottobre i prelievi ematici, il centro di via Pergolesi resterà aperto soltanto una volta a settimana per il Cup, un servizio prezioso per la prenotazione di esami e visite.
«Gli anziani vanno tutelati – concludono i due sindacalisti – non vorrei che la sospensione di quattro mesi sia un modo elegante e soft per chiudere il centro». La delicata vicenda è seguita ovviamente anche dal Comune. «Il problema – spiega il sindaco – è che durante il servizio prelievi deve essere presente, per legge, un medico; il dottore che c’era fino a oggi non è più disponibile. Nel breve periodo, i pazienti dovranno per forza appoggiarsi sul centro convenzionato, ma stiamo studiando delle soluzioni per garantire la continuità del servizio».