– Università Cattaneo più internazionale che mai: boom della mobilità degli studenti, nel prossimo anno accademico sfonderà quota 300 il numero di coloro che studieranno per un periodo fuori dall’Italia. Il “testimonial” Pierfrancesco Bombardieri, laureando in economia aziendale: «Il mio futuro? Mi piacerebbe fosse all’estero».
Ateneo internazionale, parlano i numeri. Quelli svelati ieri in conferenza stampa da Raffaella Angelucci, direttore della divisione didattica-relazioni internazionali dell’università Liuc: 237 studenti in mobilità internazionale, tra Erasmus (147), programmi exchange e doppio titolo, nell’attuale anno accademico, a cui si aggiungono 230 studenti in mobilità in entrata, stranieri che studiano a Castellanza. Ma quel che fa più scalpore è la stima per il prossimo anno (2017/2018) che toccherà quota 311 studenti in uscita all’estero (più 31%),
mentre solo nel primo semestre che verrà sono attesi 144 ragazzi in arrivo dall’estero (più dei 130 del primo semestre passato). Un “via-vai” di studenti che è il frutto dei 128 accordi in 48 Paesi stipulati dalla Liuc per gli scambi universitari. Ma il valore di queste esperienze non è solo quantitativo, ma anche qualitativo: «Analizzando i questionari sottoposti al termine della mobilità – spiega Raffaella Angelucci – emerge che gli studenti tornano più sicuri, più convinti delle loro capacità ma anche più coscienti delle loro debolezze. Segno che la mobilità non sono solo crediti maturati e voti acquisiti all’estero, ma si sostanzia nella crescita umana, personale e non soltanto professionale». I primi ad esserne consapevoli sono gli imprenditori, che in un sondaggio dell’Agenzia Nazionale Erasmus dichiarano nel 92% dei casi di ricercare proprio le competenze trasversali maturate in mobilità. Lo «studente ideale» per fare da testimonial alla mobilità internazionale Liuc è Pierfrancesco Bombardieri, che ha fatto esperienza di Erasmus in Spagna, poi exchange a Hong Kong, dove ha persino partecipato ad un progetto di sviluppo con impatto sociale in Myanmar.
«Eravamo 15 studenti di 15 nazioni diverse, dalla Corea al Messico – racconta lo studente Liuc – abbiamo vinto un bando e abbiamo potuto passare sette giorni in un villaggio remoto ad installare soluzioni per l’illuminazione ecosostenibile». E se per Pierfrancesco le esperienze all’estero sono state «un’opportunità» sotto tanti punti di vista («crescita personale e competenze linguistiche» in Erasmus, anche «interazione con studenti con background culturali diversi» in exchange), dopo la laurea in economia aziendale e management (discuterà in ottobre una tesi sulla penetrazione delle multinazionali del fast fashion in Cina), vede il suo futuro «più all’estero che in Italia, sono un grande fan della Spagna».