È di Roberto Colombo il corpo ritrovato nei boschi di Casalzuigno. Gli ultimi dubbi sull’identità dei resti umani rinvenuti nella frazione di Cariola sono stati dissipati dagli esami medici effettuati nelle ultime ore.
Dal raffronto radiografico sarebbe stata individuata anche la placca, presente nella gamba di per via di un terribile incidente in moto avvenuto parecchi anni prima, che attesta l’identità del 49enne di Casalzuigno.
Nelle prossime 48 ore dovrebbero essere più chiare anche le cause del decesso in modo da stabilire una volta per tutte se, come è altamente probabile, dietro alla sua misteriosa scomparsa ci sia un fatto di violenza. In un primo momento si era parlato di un possibile strangolamento, ma è possibile che le modalità siano diverse. Sono ancora molti gli aspetti ancora poco chiari, sui quali peraltro nelle ultime ore anche la sorella di Roberto,, ha chiesto che si faccia piena luce.
Ma un fatto certo c’è già: il corpo senza vita di Colombo, infatti, è sempre rimasto sotterrato nello stesso posto, nel luogo cioè dove è stato ritrovato pochi giorni fa. C’era il dubbio, infatti, che fosse stato spostato visto che, nelle ore successive alla sua scomparsa, durante le ricerche fu ritrovato il suo bracciale a pochi metri di distanza dal punto in cui si trovava anche il suo corpo.
Quel giorno, però, il cadavere non fu ritrovato, eppure era sempre rimasto nello stesso punto. A pochi metri dal suo inconfondibile accessorio: «Mi chiedo – ha detto la sorella Simona Colombo – come è possibile che il corpo di mio fratello non sia stato ritrovato lo stesso giorno in cui hanno visto il bracciale visto che era lì vicino. Forse qualcuno lo ha spostato, altrimenti non si riesce proprio a spiegare».
Dubbio legittimo che però si può spiegare facilmente. All’inizio, infatti, quando fu scoperto il braccialetto erano stati impiegati cani per le ricerche di persone ancora in vita. Negli ultimi giorni, invece, sono stati utilizzati cani per cadaveri. Il pesante odore, rimasto inizialmente intrappolato sotto 50 centimetri di terra, si è poi liberato nell’aria con il trascorrere del tempo lasciando una traccia facilmente identificabile da parte dei cani. Ma resta il mistero rispetto al movente e all’identikit di chi gli ha tolto la vita. Un fatto è certo: come ha confidato la sorella Simona, Roberto aveva paura e non si sentiva al sicuro.
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