“Soffiava sul lago una breva fredda, infuriata di voler cacciar le nubi grigie, pesanti sui cocuzzoli scuri delle montagne. Infatti, quando i Pasotti, scendendo da Albogasio Superiore, arrivarono a Casarico, non pioveva ancora. Le onde stramazzavano tuonando sulla riva, sconquassavan le barche incatenate, mostravano qua e là, sino all’opposta sponda austera del Doi, un lingueggiar di spume bianche”. Il suggestivo incipit di “Piccolo mondo antico” ritrae le delicate sponde comasche del lago di Lugano, che affiorano nel capolavoro del poeta e scrittore –
nato a Vicenza, 25 marzo 1842 e morto il 7 marzo 1911, più volte candidato al premio Nobel per la Letteratura – composto sin dal 1889 e pubblicato nel 1895, fra “Il mistero del poeta” e “Piccolo mondo moderno”. Un lago non solo dipinto sullo sfondo, ma protagonista indiscusso dell’opera, un lago cupo e tempestoso, testimone dell’amore tormentato fra Luisa Rigey e il nobile Franco Maironi, fieramente contrastato dalla nonna marchesa Orsola, “la vecchia signora di marmo”, che vedeva nella giovane borghese una “madama Trappola”. Un amore fortemente ostacolato per le differenze sociali che dividono i due innamorati. Il lago è scuro, “dietro al cupo monte di Caprino usciva il primo fumo di pioggia”: quasi preludio della tragedia che vi si consumerà: il lago Ceresio, crudele quanto la morte, ucciderà la figlia della coppia, la piccola Maria, “Ombretta”, che annegherà nelle sue acque. Dopo la morte della figlia, Luisa Rigey Maironi – similmente a come è stato per Fogazzaro – abbandona la sua fede, allontanandosi dalla Chiesa e recandosi continuamente presso la tomba della bambina, cercando, con vero fanatismo, di riallacciare il dialogo perduto, attraverso sedute spiritiche con il professor Gilardoni, studioso di botanica e negromanzia. Tra i diversi temi che permeano il “Piccolo mondo antico” fogazzariano, i dissidi religiosi, sociali ed economici (le contese sul testamento), le vicende di natura patriottica, si rintracciano le inquietudini – che rendono le sue pagine così moderne – che furono dello scrittore, in fuga dall’educazione religiosa ricevuta, affascinato e sedotto dall’avventura letteraria della Scapigliatura milanese.
Nella parte finale del romanzo, Luisa e Franco, dopo diversi anni, si rivedono infine, nel febbraio 1859, all’Isola Bella, sul lago Maggiore, perché Franco, arruolato nell’esercito piemontese, si prepara a partire per il fronte, alla vigilia della seconda guerra d’Indipendenza.
Le loro divergenze non si placano e Luisa, di fronte agli ardori anche patriottici del marito, resta “pietrificatica”, consapevole tuttavia dell’ “istintiva certezza ch’era madre per la seconda volta”. Dalle pagine di Fogazzaro, sono nate le due celebri pellicole di Mario Soldati: “Piccolo mondo antico”, nel 1941 e “Malombra”, nel 1942, il regista fu stregato dal primo romanzo che lesse in una sola notte. “Fogazzaro ha un modo tutto personale di ritrarre il paesaggio – spiega Alberto Buscaglia, ideatore del Premio Antonio Fogazzaro, che andrà in scena il prossimo 9 settembre alle 16 a Villa Gallia, a Como – in lui assume un aspetto veramente psicologico. «“Piccolo mondo antico”, ma ancor di più “Malombra” portano la letteratura italiana in una modernità post – manzoniana, più legata a una dimensione europea, francese, tedesca e inglese». Dal confronto tra romanzi e film moltissime le riflessioni, come ci rivela Buscaglia, autore insieme a Tiziana Pirasdi due volumi dedicati alle sceneggiature originali di “Piccolo mondo antico” e “Malombra”, pubblicati da New Press Edizioni “Mario Soldati, con i film su Fogazzaro, esce dagli studi e viene a girare nei suoi luoghi, la Valsolda, il lago Maggiore ed era una cosa che non veniva fatta prima, quando i film veniva girati perlopiù negli studi, prima a Torino, poi a Cinecittà. Queste due produzioni, nate a Milano, da un progetto di Carlo Ponti e Alberto Lattuada sono state realizzate in Lombardia, tra la Valsorda, il lago di Como e il lago Maggiore anche se in misura minore».