La recente scoperta del pesce fossile battezzato “Ticinolepis” sul Monte San Giorgio sembra, secondo gli esperti, confermare la notevole importanza che il sito Unesco riveste a livello internazionale, un vero e proprio patrimonio mondiale dell’Umanità. Gli studi condotti dal Museo cantonale di storia naturale sul Monte San Giorgio, in collaborazione con la dottoressa Adriana Lòpez-Arbarello, il dottor Heinz Furrer e il dottor Toni Bürgin hanno infatti individuato un nuovo genere di pesce fossile, “pescato” in strati di età
compresa tra i 242 e i 240 milioni di anni fa.
Senza dubbio una conferma che attesta la grande biodiversità del territorio nella preistoria secondo il professor Silvio Renesto, docente di Paleontologia dell’Università degli Studi dell’Insubria. Renesto, che ha il merito di aver identificato un antico rettile italiano, il fossile quasi completo di un notosauro di piccola taglia, rinvenuto nel 2003 presso la formazione di Besano del Triassico medio – circa 240 milioni di anni fa, nell’area del Monte San Giorgio, al confine con la Svizzera – è grande esperto di rettili, tra gli altri del feroce “Ticinosuchus” e afferma: «Questo studio è un’altra tessera che si aggiunge al grande mosaico della biodiversità della fauna del Monte San Giorgio; la scoperta è senz’altro un fatto molto positivo per la ricerca scientifica».
Il professor Renesto, che conosce gli studiosi, autori di questa scoperta, grazie alle sue attività di ricerca scientifica è stato invitato a far parte della Commissione Scientifica transnazionale dell’Unesco per la gestione del comprensorio paleontologico del Monte San Giorgio, Patrimonio Mondiale dell’Umanità, insieme alla dottoressa Barbara Grassi della Soprintendenza Archeologia della Lombardia e dal professor Marco Balini, dell’Università degli Studi di Milano.
Nel 2003 l’Unesco aveva riconosciuto la particolarità ed eccezionalità geo-paleontologica del Monte San Giorgio, inserendo il lato svizzero della montagna nella World Heritage List e, nel 2010, aggiungendo anche la parte italiana. Nelle motivazioni di nomina, il Monte San Giorgio, viene identificato come «la miglior testimonianza della storia geo-paleontologica in ambiente marino risalente a 247-235 milioni di anni fa che, attraverso le migliaia di fossili rinvenuti negli ultimi due secoli, ha permesso di studiare in dettaglio l’evoluzione di molti gruppi di organismi marini». I lavori della commissione Unesco hanno carattere nazionale e transnazionale in quanto sono condotti in collaborazione con la Svizzera e volti a «discutere iniziative per la valorizzazione, l’approfondimento e la ricerca scientifica, nonchè la divulgazione di tutte le iniziative», secondo il Renesto. La vita dei dinosauri, si può osservare “da vicino” nei musei paleontologi di Besano, Meride, in quello naturalistico di Clivio, il Civico Museo Insubrico di Storia Naturale e Visitor Center Monte San Giorgio Unesco, che ospita una collezione di fossili che conta oltre 4mila reperti provenienti dalla Valceresio e anche a Malnate, nel Museo Realini, in cui si può ammirare un’altra antica e splendida rarità: la conchiglia fossile Emiliomya Malnatensis.