Per anni hanno lavorato come finte partite Iva, dipendenti “mascherati” come lavoratori occasionali. Poi hanno aperto il loro studio e, ora che devono assumere, scelgono il tempo indeterminato «perché è giusto così».
Protagonisti di questa storia sono (30 anni), (37) e(40), tre grafici che hanno dato vita ad SDStudio. «È un’associazione di professionisti, come se fossimo avvocati o commercialisti», spiega Vada, che è il direttore creativo della società.
«Diciamo che siamo diventati imprenditori per obbligo», prosegue,
«nel senso che la vena imprenditoriale o ci nasci oppure ti viene imposta da anni di lavoro in una determinata maniera».
Dove la determinata maniera è rappresentata da un lavoro che di fatto è dipendente, con un fisso mensile, un ufficio e degli orari da rispettare.
Ma nessuna tredicesima, né ferie pagate, né malattia, perché invece dello stipendio si presenta una fattura, visto che si è titolari di partita Iva. «Il datore di lavoro pensa di avere meno costi in questo modo, in realtà mette i dipendenti in una condizione di precariato». Dalla quale i tre sono usciti nel 2013, quando hanno deciso di fare i liberi professionisti sul serio. Fino a che, a gennaio di quest’anno, non si sono associati dando vita ad SDStudio. Una start-up con sede a Gallarate, attiva nel settore della comunicazione che dopo pochi mesi si è trovata ad aver bisogno di un social media manager.