«Il manifatturiero lombardo ha ancora grandi potenzialità. Ora però occorre una rivoluzione dal basso».
Parola di Gianfelice Rocca, presidente di Techint e di Assolombarda, che ieri pomeriggio ha incontrato gli studenti dell’università Liuc di Castellanza e in serata è stato ospite del “circolo delle idee” con il mondo imprenditoriale del territorio.
«Sviluppo economico, educazione e formazione» i temi lanciati dal rettore Valter Lazzari e approfonditi da Rocca a partire dalla sua esperienza di imprenditore.
Perché al di là della crisi e delle difficoltà, «Milano e il suo environment, Varese inclusa, ha delle grandi potenzialità con il suo settore manifatturiero», secondo il presidente di Assolombarda. Che però invita a fare sistema con meno paletti: «Viviamoci come un tutt’uno, Varese, Milano, Bergamo, più competitivamente, senza difenderci gli uni contro gli altri come a volte capita tra le diverse province».
Il momento, secondo Rocca, è topico: «Siamo alla sfida finale, se siamo ancora qui è un miracolo. Ora però serve una rivoluzione dal basso per sbloccare il Paese, perché se permane questo clima di sfiducia per un periodo prolungato, il Paese crolla». Quali le priorità per recuperare competitività? «Liberare energie – spiega il numero uno degli industriali milanesi – le imprese muoiono non di fisco, ma di incertezza fiscale e di burocrazia. In particolare per le multinazionali questo aspetto è drammatico».
Tra i fattori chiave per ripartire ci sono l’innovazione e le risorse umane. «L’Italia può avere una leadership nei materiali per il risparmio energetico e nella green economy, ma anche nelle life sciences – osserva Gianfelice Rocca – le università devono aprirsi alle piccole e medie imprese, sviluppando soprattutto le figure dei ricercatori industriali, che fanno da ponte tra la ricerca universitaria e le industria. Purtroppo qui non abbiamo PhD tecnici che vanno nelle aziende a portare l’innovazione».
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