È stato individuato dai carabinieri di Lonate Pozzolo il ladro della scuola materna cittadina: si tratta di un uomo di 38 anni di origini marocchine, residente a Busto Arsizio, che secondo la ricostruzione investigativa avrebbe compiuto un furto alla fine di febbraio all’interno della struttura di Lonate Pozzolo.
Nel corso della perquisizione personale e domiciliare (si tratta in particolare di un temporaneo rifugio messo a disposizione da un cittadino tunisino di Lonate Pozzolo) l’uomo è stato trovato in possesso del materiale rubato all’interno della scuola, tra cui, aspetto che lo ha incastrato, il telefono cellulare asportato dall’interno della struttura scolastica (a disposizione delle maestre per eventuali emergenze), di numerosissimi arnesi idonei allo scasso e di una bicicletta “mountain bike”, nuova, di probabile provenienza illecita del valore commerciale di circa 3 mila euro).
L’uomo, peraltro, denunciato nella circostanza a piede libero, aveva già dei precedenti specifici. Secondo le prime informazioni, infatti, lo straniero era stato arrestato nel 2015 per furto alle scuole di Lonate Pozzolo e al Centro Ricreativo per Anziani. Sull’operazione portata a termine dai carabinieri si è espresso con soddisfazione anche il sindaco Danilo Rivolta: «L’operazione – ha sottolineato il primo cittadino – è stato il frutto di una delle iniziative messe in atto all’inizio del 2016 anche grazie alla collaborazione con la Prefettura per una maggiore presenza sul territorio anche in ragione delle caratteristiche del territorio stesso.
Siamo contenti, anche perché è un risultato ottenuto attraverso una forma di collaborazione tra istituzioni. Da quando ho iniziato il mio mandato mi sono battuto sulla sicurezza. Non era un territorio guarito, ma in convalescenza: serviva una particolare attenzione, viste le caratteristiche; è l’ultimo comune del Varesotto, a confine con Novara, con Milano, è un’area di passaggio vista la vicinanza con l’aeroporto. Abbiamo messo in atto anche il controllo di vicinato, diretto dalla nostra polizia locale. Un risultato concreto. Eravamo rimasti scioccati perchè si andava a toccare realtà pubbliche che faticano a tenersi in piedi. Diciamo che era come andare a sparare sulla Croce Rossa».