Undicimila dischi in vinile con i più grandi successi degli Anni Settanta e Ottanta: se non è un record poco ci manca.
Il grande collezionista musicale vive a Rovera: si chiama e ha 53 anni. Più che una collezione, il suo è un “arsenale” musicale, costruito nel corso degli anni a ritmo sfrenato della passione.
Uno dei dischi più amati? Per il Tony Manero di Malnate, com’era chiamato affettuosamente ai tempi, non poteva che essere la Febbre del Sabato Sera.
Il cofanetto e la copertina del disco sono custoditi gelosamente in casa, come dei pezzi da museo, come degli oggetti di culto.
I dischi sono talmente numerosi che ormai in casa non c’è più uno spazio dove poterli conservare: «Servirà un locale ad hoc – sorride il collezionista malnatese – ce ne sono davvero tanti e in casa non ci stanno più».
Farlo scegliere è davvero impossibile: è come metterlo davanti ai figli e coccolarne solo uno.
I Bee Gees, i Genesis, George Michael, Garfunkel, ma anche il “Liga”, Vasco Rossi, Baglioni e Venditti sono solo alcuni dei grandi della musica italiana e internazionale che Tony ha collezionato fin da quando era giovane. «Complessivamente – dice – sono una sessantina i compositori che ho collezionato. Dal primo album all’ultimo di ciascuno».
Una collezione enorme iniziata con Could be Magic di Donna Sammer: «Guardavo le classifiche pubblicate da Sorrisi e Canzoni Tv – racconta – ho iniziato a fine anni Settanta. Avevo, di volta in volta, i primi 50 (45 giri) della classifica, i primi 50 Lp, i primi 10 del Jukebox e le prime 10 New Entry. Ogni volta che c’erano delle novità in classifica non riuscivo a resistere correvo a comprarle».
Una passione costosa, perché i dischi avevano e hanno un valore: «Ogni mese spendevo mediamente per la musica 500.000 delle vecchie lire. In passato un collezionista di Parma mi ha offerto oltre cento milioni di lire, ma ho rifiutato per la passione che ho verso i miei dischi e per la mia musica».
Una passione che nasce da lontano: «Ai tempi – racconta – ascoltavo le classifiche radiofoniche di Lelio Luttazzi, ero un bambino. Ho sempre avuto grande passione per la musica e per il ballo».
Ritmo, ballo, divertimento: «Ce l’ho sempre avuta nel sangue, la musica nel Dna. Ai tempi organizzavo feste con musica e ballo: le persone che venivano dovevano divertirsi, dovevano avere tutti il sorriso stampato in faccia. Quelle feste erano indimenticabili, e ancora oggi le ricordo con grandissimo affetto e nostalgia. E non sono solo io, a ricordarle».
Il Tony Manero di Malnate, a ritmo della musica del momento, faceva ballare la generazione di allora grazie ai suoi dischi.
«Avevo anche i vestiti di Tony Manero – racconta divertito – le feste erano un momento di grandissima gioia collettiva. Divertimento puro e genuino senza bisogno di andare sopra le righe. I miei dischi non li cederei neanche adesso: ho trovato dei pezzi unici, introvabili che mai mi sarei immaginato. La musica è gioia, è positività».
© riproduzione riservata