La Pro Patria è uscita rinfrancata dal triangolare di sabato con Borgosesia e Varesina. Due vittorie su due, seppur tarate sulla bilancia del calcio estivo, che però lasciano un certo grado di tranquillità sul livello qualitativo della rosa. Chiaro, ci saranno dei ritocchi da fare da qui all’inizio della stagione, però la strada intrapresa sembra quella giusta. Di questo abbiamo parlato con Giorgio Scapini, uno dei tanti volti nuovi tra i tigrotti a livello dirigenziale, che ben conosciamo per il grande lavoro che negli anni scorsi ha svolto a Varese: «Le
indicazioni del calcio di luglio e di agosto vanno sempre prese un po’ alla leggera, perché parliamo di un triangolare, con partite ridotte e con la necessità di far giocare quasi tutti. Al netto di tutti questi discorsi, però, si sono viste delle cose importanti: anzitutto Santana è un giocatore illegale per questa categoria, non che servisse una conferma, però ce ne siamo accorti una volta di più. Oltre a lui, abbiamo potuto constatare il livello della squadra in generale: abbiamo in rosa dei giocatori di assoluto valore. Alcuni sono ancora in fase di valutazione, altri come Di Sabato ed Arrigoni stanno rispondendo alle nostre aspettative. Ma non parlo solo di loro, anche gli attaccanti hanno fatto bene». Nonostante le buone prestazioni, però, ci sono ancora degli aggiustamenti da fare per rendere più competitiva la rosa: «Gli obiettivi sono stati individuati, molti erano in bilico in attesa di sapere quella che sarebbe stata la categoria. Chiaramente la rosa sarà incrementata, pensando sempre alla famosa colonna vertebrale di una formazione: difensore centrale, centrocampista ed attaccante. Finora abbiamo puntato su giocatori meno conosciuti in categoria, che però non sono scommesse, perché lo staff li ha visionati e li ha scelti con attenzione. Abbiamo optato per una strategia diversa, senza focalizzarci sui soliti nomi noti che girano in Serie D». Dopo 21 anni, a meno di clamorosi colpi di scena che a questo livello sono sempre possibili, la Pro Patria disputerà un campionato dilettanti. Caduta di stile o opportunità di rinascita? «Con tutto il rispetto, in Italia può sempre succedere di tutto, però al momento la Pro Patria è in Serie D. Non saprei dire se la piazza sia felice di questo, anche perché dopo 21 anni chiaramente il palato è abituato ai professionisti. Questa è una realtà tutta diversa, però credo che sia importante ridare entusiasmo ai tifosi. Voglio dire, la categoria conta fino ad un certo punto, è determinante che la squadra torni a fare buoni risultati e a regalare soddisfazione ai tifosi. Non so se sia meglio giocare una Serie D di vertice o una Lega Pro per salvarsi, credo però che la prima opzione possa riportare entusiasmo tra il pubblico, basti pensare a quanto successo la stagione scorsa a Varese». Intanto, da quest’anno, Scapini tornerà a lavorare sui giovani: «Il livello è buono, abbiamo convinto molti genitori sulla bontà del progetto, anche se non è stato semplice. Abbiamo delle idee a medio lungo termine che sono state recepite, e ci porteranno a far bene. Io torno a fare quello che ho sempre fatto, ossia il settore giovanile, dopo aver lavorato l’anno scorso sulla prima squadra. Asmini mi ha dato fiducia, lavoro ogni giorno per ripagarla». Per questo, ha rispedito al mittente le avances del Bari di Sogliano: «Sean mi aveva proposto di raggiungerlo a Bari, voleva qualcuno che rimettesse in sesto il settore giovanile. Però avevo dato la mia parola alla Pro Patria, e per me la parola è sacra. Andare a Bari voleva anche dire cambiar vita, perciò ho chiesto a Sean di avvicinarsi lui la prossima volta. A Carpi ci ero quasi arrivato, poi non ho resistito alla chiamata del Varese. Detto questo, sogno di tornare a lavorare con lui un giorno».