New York, 22 set. (TMNews) – Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha indirettamente criticato il presidente francese Nicolas Sarkozy, che ieri, intervenendo di fronte all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha proposto che lo status della Palestina venga innalzato da semplice “entità” a Stato osservatore dell’Onu, indicando anche una ‘road map’ per permettere a israeliani e palestinesi di tornare al tavolo del negoziato entro un mese e giungere a un accordo definitivo di pace entro un anno. Quella espressa da Sarkozy è una posizione che contrasta con la linea adottata dai 27 membri dell’Ue, che era quella di non manifestare pubblicamente posizioni nazionali che possano mettere a repentaglio il negoziato tra le parti e la stessa unità tra i partner europei.
Parlando con i giornalisti al termine di un incontro con il primo ministro del governo di transizione somalo, Abdiweli Mohamed Ali, svoltosi nel pomeriggio di ieri a New York, Frattini ha ribadito che “la posizione dell’Italia è quella che definiremo insieme all’Europa”, rimarcando l’importanza che i 27 paesi restino uniti tra loro: “Una Europa unita con 27 paesi fa la differenza, specialmente in un momento in cui le posizioni di israeliani e palestinesi sono molto distanti, non solo sulle questioni procedurali ma anche sulle questioni sostanziali, ad esempio il contenuto di una eventuale dichiarazione del Quartetto”. “Se i paesi membri dell’Unione sapranno mantenere unità di intenti, senza anticipare posizioni nazionali come ci eravamo impegnati a fare, l’Europa sarà un ancoraggio saldo sia per una forte coesione tra Europa e Stati Uniti”, sia tra israeliani e palestinesi, ha detto ancora Frattini.
Per quanto riguarda la proposta di Sarkozy di un innalzamento dello status della Palestina all’Onu, il titolare della Farnesina ha dichiarato: “Ci sono molte opzioni sul terreno, tra le opzioni c’è anche questa, ci sono delle difficoltà di tipo giuridico, difficoltà di tipo politico, ed ecco l’Unione Europea sta cercando di comprendere su quale delle tante opzioni ci potrebbe essere uno il consenso dell’Europa, che è già fondamentale, e poi il consenso delle due parti perché altrimenti è difficile andare avanti”.
Plg
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