– «È successo tutto in poco tempo, non sapevo cosa fare e, a posteriori, ho fatto proprio la scelta sbagliata». Ora, ad un paio di mesi di distanza Donatella, un nome di fantasia per celare l’identità della donna, ne è convinta. «Ci ho ripensato spesso nei giorni successivi – racconta la donna con ancora un pò di tristezza negli occhi – Non ho detto niente a nessuno, nemmeno a mio figlio, sapevo già cosa mi avrebbe detto». Il giudizio, la paura di sentirsi dire «alla tua età dovresti fare attenzione» oppure il classico «forse non dovrei farti andare in giro da sola» ha portato la donna, che a tacere.
Ma facciamo un passo indietro, era il classico martedì per la signora Donatella, un giro al cimitero nel primo pomeriggio, poi la spesa per la settimana prima di passare a prendere la nipotina all’uscita della scuola. «Al supermercato ho incontrato una mia amica, ci siamo fermate a parlare e non mi sono accorta che si stava facendo tardi – ricorda – sapevo che la mia nipotina si sarebbe preoccupata». Proprio per questo Donatella ha fatto una strada diversa dal solito perchè
«lì non ci sono semafori, rotonde e si fa più in fretta». La strada in questione è via Aleardi a Madonna in Campagna, e, quella che la donna chiama «brutta esperienza» è avvenuta nel tratto più stretto, quello che porta verso il centro di raccolta differenziata. «Stavo andando verso la discarica – afferma Donatella – avevo gli alberi sia da un lato che dall’altro, a un certo punto ho visto arrivare dal lato opposto una macchina, ho rallentato e mi sono spostata per evitarla e infatti, non ci siamo toccati per un pelo». Peccato che, pochi minuti dopo, la stessa macchina insegue la vettura della signora ed inizia a suonare il clacson. «Non capivo cosa volevano da me – continua Donatella – poi si sono affiancati e mi hanno detto di accostare». Sarà stata la buona fede «io mi fido sempre degli altri, e forse sbaglio» o la preoccupazione che fosse accaduto qualcosa di grave, Donatella decide di accostare e, in un attimo scende dalla macchina un uomo: «Signora mi ha preso lo specchietto, deve fare attenzione quando guida».
Lei non se n’era accorta, guarda velocemente lo specchietto ma pioveva ed era tardi: «Guardi – suggerisce la donna – se vuole chiamo il mio assicuratore». «Ma quale assicuratore» incalza l’uomo abbassandosi il cappello sul volto «vuole che le aumentino il premio del polizza assicurativa?». Fa un attimo di pausa, guarda la donna rimasta seduta in macchina: «Facciamo così – propone l’uomo – lo specchietto costerebbe 150 euro, lei mi da 100 e siamo a posto così. Affare fatto?». Donatella non sa che fare ma in effetti, pensando alla quota versata al compagnia assicurati «Cosa sono 100€?».
Un dubbio l’assale «E se mi sta truffando? Cosa faccio chiamo i vigili? E se poi la situazione peggiora?». Donatella ancora incerta prende il portafoglio «Mi spiace, ho solo 80 euro» constata mostrando i soldi all’uomo. «Se vuole chiamo mio figlio e mi faccio portare il resto». Nemmeno il tempo di finire la frase che l’uomo si avvicina, prende i soldi sale sulla macchina e scappa. Donatela resta lì, in piedi, capisce di essere stata truffata, ma si sente in imbarazzo: «Per questo non ho denunciato – conclude – mi sono fatta fregare come una stupida. Quando ho letto il post nel gruppo cittadino di Facebook (“Sei di Gallarate Se” ha pubblicato testimonianze analoghe… ndr) mi sono resa conto che non ero la sola ad essere caduta nella rete».