Tasse non pagate, ora basta. I furbetti costano milioni

Contro i morosi il Comune si affida a una società di recupero crediti. L’assessore: «Tra rette, Imu, Tasi e Tari mancano parecchi soldi»

Debiti con il comune, Palazzo Borghi ha deciso di passare alle maniere forti. E per convincere chi non paga a mettere mano al portafoglio ha deciso di affidarsi ad una società di recupero crediti. Nelle scorse settimane la giunta ha compiuto un primo passo, definendo le regole per la rateizzazione dei debiti. Possibilità che, in precedenza, era affidata alla discrezionalità dei dirigenti. Ora, invece, tutti possono chiedere di “spalmare” i pagamenti delle somme dovute al comune.Il fatto è che questo vale per chi decide spontaneamente di regolarizzare la propria posizione. Il problema è convincere chi invece da quest’orecchio non ci vuole sentire. Aspetto importante, specie se si considera l’entità delle somme che Palazzo Borghi deve riscuotere.

«Dobbiamo rientrare di 220mila euro legati al mancato pagamento delle rette dell’asilo nido», spiega l’assessore al Bilancio , «altri 30mila riguardano l’assistenza domiciliare agli anziani. Quindi ci sono le mense, dove il credito da riscuotere è compreso tra i 450 ed i 500mila euro». E poi ci sono l’Imu, la Tasi e la Tari. Qui un calcolo preciso è difficile farlo, ma Lovazzano stima in «qualche milione di euro» le somme da recuperare. Anche perché ci sono bollettini emessi negli anni passati che però non sono mai stati saldati. «Il fatto è che da soli noi non riusciamo a svolgere questo lavoro di riscossione». L’idea dunque è che il comune continui a spedire l’avviso di pagamento, quindi mandi un sollecito se non arriva il saldo. Se anche questo non basta allora la palla passerà al recupero crediti.

Ovvero la Icm Credit Management di Segrate, la società individuata per la gestione del servizio. Sarà lei a spedire a tutti i contribuenti che non hanno pagato dei bollettini emessi nel 2014 una raccomandata. Il comune pagherà 6,50 euro per ciascuna di queste lettere e verserà all’azienda il 5 per cento delle somme recuperate. Quota che sale al 20 per cento per i debiti che fanno riferimento agli anni precedenti, cui si aggiunge un forfait di 14,50

euro versato da Palazzo Borghi alla ICM per le pratiche che non andranno a buon fine. Per i bollettini più vecchi, però, niente raccomandata: in questo caso gli addetti della società milanese suoneranno alla porta dei debitori per chiedere loro di versare quanto dovuto. «È un progetto che lanciamo in via sperimentale», precisa Lovazzano. Per ora non si parla ancora di riscossione coatta o pignoramento dei conti. Al momento questo lo può fare soltanto Equitalia. «Pare però che il governo voglia liberalizzare il servizio. E allora a quel punto potremmo occuparcene noi». I debitori, insomma, sono avvisati.