Vuole incontrare sua moglie e sapere come stanno i suoi figli, il tunisino che giovedì scorso ha cercato di dare fuoco alla moglie appiccando un incendio nel loro appartamento in via del Carro a Samarate.
L’uomo è detenuto in carcere a Busto Arsizio con l’accusa, tra le altre, di tentato omicidio nei confronti di convivente, figlio minore e suocero e maltrattamenti in famiglia legati a tre episodi. Accuse pesanti che però non hanno impedito all’uomo
di chiedere, tramite il suo legale, di poter incontrare la moglie che giovedì ha tentato di uccidere. Abdelmlek Abdelha continua infatti a negare di aver mai maltrattato in precedenza i famigliari e neanche giovedì notte avrebbe in alcun modo tentato di far loro del male. La situazione gli sarebbe sfuggita di mano e non si sarebbe accorto della gravità dei suoi gesti (ha cosparso di benzina la casa), finché non ha visto le fiamme divampare nell’appartamento. Questo forse è anche quello che vorrebbe spiegare alla moglie che non vede dal momento in cui ha cercato di dare fuoco all’appartamento in cui si trovava, davanti agli occhi del figlio di appena 11 anni. È anche di lui che vorrebbe avere notizie, insieme all’altro figlio di 15 anni della coppia, che per fortuna si trovava in vacanza in Tunisia al momento dei fatti. Abdelmlek Abdelha vorrebbe sapere se il ragazzo è tornato e come sta. Chiaramente spetta alla moglie chiedere eventualmente un incontro per visitare l’uomo in carcere. Sabato, infatti, il giudice ha convalidato l’arresto dell’uomo e anche le indagini condotte dai carabinieri di Busto, coordinati dal sostituto procuratore Nicola Rossato, proseguono. Sono tanti ancora i punti da chiarire alla luce di quanto dichiarato dall’imputato durante l’interrogatorio.