«Carabiniere indagato? Scendiamo in piazza in sua difesa». La tragica sparatoria di via Pietro Micca infiamma le bacheche dei social network.
E c’è chi è pronto a mobilitarsi a favore del militare che ha aperto il fuoco uccidendo .
L’episodio di ieri notte anima sulla Rete un dibattito che per certi versi, anche se la vicenda è estremamente diversa, ricorda quello che fece seguito al tragico incidente che costò la vita al giovane writer di Somma Lombardo .
Anche se in questo caso, vista la gravità dell’episodio, nessuno arriva a schierarsi contro il carabiniere che ha sparato un colpo di pistola mortale.
«Fuori uno», oppure «ha fatto bene a farlo fuori» e «un criminale in meno», sono alcuni dei commenti che compaiono sulle più affollate bacheche Facebook che parlano della città, mischiati tra i più prevedibili accostamenti di Gallarate al Bronx o al Far West, anche per il ripetersi di episodi di violenza efferata negli ultimi anni.
Perché, come sottolinea , «i cittadini sono esasperati dal degrado e dalla gentaglia che circola indisturbata per Gallarate».
Ma è soprattutto il fatto che il militare ora rischi di finire sotto indagine per eccesso di legittima difesa, a scatenare le reazioni più indignate del “popolo del web”.
«Fuori le palle anche noi e scendiamo in piazza a difendere ciò che è giusto» l’appello di , tra i tanti cittadini che ieri hanno commentato la notizia.
Per lei il carabiniere meriterebbe una mobilitazione di piazza: «Che schifo, che vergogna – interpellata direttamente, Emanuela Campi non si trattiene rispetto all’ipotesi di indagine a carico del militare – scusatemi ma sono indignata. Se così fosse, se quel carabiniere che ha fatto il proprio dovere per difendere un collega dovesse finire sotto indagine,
io sarò la prima a scendere in piazza. A dire basta con questo politicamente corretto e finto buonismo».
Perché la gallaratese è convinta che «se le forze dell’ordine sparassero di più e se le pene fossero più severe, o meglio “effettive”, si delinquerebbe di meno».
Di fronte a toni così «forti» c’è anche chi invoca più moderazione e umanità, di fronte alla morte di una persona, ma il giudizio della Rete pende decisamente dalla parte del militare che ha fatto fuoco. Tanto che c’è chi arriva a scrivere: «Non si accettano commenti da buonisti dell’ultim’ora. Sosteniamo sempre chi mette a repentaglio la propria vita per difendere la nostra».