Crescono i frontalieri ma cala la disoccupazione in tutta la Svizzera, persino in Canton Ticino.
Sono i dati statistici, questa volta, a dar ragione a chi, da sempre, difende i frontalieri dall’accusa di sottrarre posti di lavoro ai residenti svizzeri. Stando, infatti, alle ultime rilevazioni dell’Ufficio federale di statistica (Ust), il numero di occupati in Svizzera è cresciuto dell’1,8% fra il quarto trimestre 2012 e il quarto trimestre 2013.
Nello stesso periodo, il tasso di disoccupati in Svizzera, ai sensi dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), è passato dal 4,4 al 4,1%. Nell’Ue tale quota è rimasta stabile (10,7%).
Nel quarto trimestre 2013, in Svizzera gli occupati erano complessivamente 4,9 milioni, ovvero l’1,8% in più rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Il numero degli uomini occupati è salito dell’1%, quello delle donne del 2,8%.
E buone notizie sul fronte occupazionale arrivano anche dal Canton Ticino. Nella regione, infatti, i disoccupati censiti a febbraio sono stati 8.129, cioè 118 in meno (pari all’1,4%) rispetto a gennaio e 67 in meno (0,8%) di un anno prima.
Nei Grigioni ne sono stati registrati 1.998, con un calo di 229 unità (10,3%) nel confronto con il mese precedente e una flessione di 18 persone (0,9%) rispetto al febbraio 2013. Il tasso di disoccupazione si è attestato così al 5,1% in Ticino (fermo sia su base mensile che annua) e all’1,8% nei Grigioni (-0,2% su gennaio, invariato rispetto a febbraio 2013). Dati che dimostrano come il legame tra frontalierato, arrivato ormai alla soglia delle 60mila unità, e disoccupazione locale ticinese non sia per niente direttamente proporzionale.
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