– È passato un anno dalla scomparsa dei due guerrieri Nicolò De Peverelli e Marco Fiori, ma il loro ricordo è sempre vivo.
Era il 25 agosto scorso quando i due ventenni, in compagnia dei tre amici, a bordo di una Peugeot 3008 presa a noleggio, con una dinamica ancora da chiarire, si scontrarono con un camion sulle strade salentine, in provincia di Nardò. Da quel giorno, il 25 di ogni mese, le due famiglie colpite dal lutto e gli amici si riuniscono per tener vivo il ricordo dei due giovani.
È capitato che si ritrovassero al Sacro Monte, al palaghiaccio, al campo di football dei Gorillas, e nella chiesa di Masnago, dove Marco è stato battezzato e cresimato. Questa sera, alle 21, l’appuntamento è nella chiesa di Masnago, per una messa speciale, a cui seguirà il lancio dei palloncini. Chiunque lo desidera può partecipare.
Nicolò oggi avrebbe 21 anni. Era un giocatore di football americano, uno tosto, che prendeva la vita di petto e che dava grinta a chi lo frequentava. Presto gli sarà intitolato il campo di football di San Fermo. La mamma Cleo Sigismondo e il fratello Mattia raccontano con queste parole i 12 mesi passati senza di lui: «Un anno senza te, Nicolò. Un anno senza sole, pieno di lacrime, di dolore. Un anno in cui ci siamo affaticati in domande e riflessioni, senza risposte adeguate. Un anno fatto di sguardi spenti che cercano continuamente altrove nella speranza di incrociare miracolosamente i tuoi occhi. Fatto di insostenibili silenzi, parole non dette nel tentativo di non ferirsi, abbracci caldi per rendere più insopportabile il freddo che abbiamo nel cuore, il vuoto che hai lasciato nella nostra vita. Un anno trascorso veloce, scivolato via, eppure con la possibilità di incontrare persone nel cuore delle quali vivi sempre, per non dimenticare niente di te. Anche con la tua assenza riesci a parlare ai nostri cuori, la tua assenza che ci affatica eppure ci chiede di essere più vivi e questo ti rende presente ogni giorno della nostra vita. Il dolore è grande, a volte sembra insostenibile. Ma tu Nicolò sei così bello che non puoi morire davvero. Sei così bello che viviamo con la speranza che ci rivedremo, presto o tardi. Così bello che siamo certi che tu sia nato per non morire mai più. A te che sei nato per non morire mai».
Marco oggi avrebbe 23 anni. Il due agosto scorso la sua bimba, Rebecca, ne ha compiuti due. Era un giocatore di hockey sul ghiaccio, amava insegnare questo sport ai più piccoli, tanto che è stato dedicato a lui il torneo under 9. Il padre Maurizio, la madre Mariangela, la sorella Michela e Wilma raccontano: «È stato un anno difficile e doloroso. Gli amici e gli affetti di Marco non ci hanno mai lasciato soli, ci hanno aiutato e adesso siamo diventati una famiglia più grande. Quella di questa sera sarà una messa speciale celebrata da don Mauro Barlassina. Chi vorrà potrà prendere la parola e lasciare un messaggio per i due ragazzi. In futuro organizzeremo un appuntamento per ricordare il loro spirito e la loro voglia di vivere».
Le indagini per chiarire la dinamica dell’incidente sono ancora in corso. L’unica novità risale al mese scorso e riguarda la segnaletica che, nell’incrocio maledetto di Nardò, è stata rifatta, rendendo più sicuro quel tratto di strada. I tre ragazzi che erano a bordo della Peugeot 3008 si sono salvati, ma portano con loro il terribile ricordo di quella notte. Di sicuro i loro amici Nicolò e Marco, da lassù, li guardano e fanno loro forza. Perchè, nel cuore, nulla è cambiato da quell’ultima foto scattata nel Salento che li ritrae tutti insieme.