Un giorno è il numero dei frontalieri, l’altro sono i ristorni. Dal Canton Ticino e dalla Svizzera ormai si sprecano le bordate nei confronti dei lavoratori e dei comuni di confine. L’ultima, in ordine di tempo è stata sparata dal Senato elvetico. Che punta a rimodulare tutto il sistema dei ristorni ai comuni di frontiera italiani. La Commissione finanze del Consiglio degli Stati reputa, infatti, che occorra approfondire la proposta ticinese di «disdire l’accordo sui frontalieri con l’Italia».
A convincere i senatori della necessità di affrontare il tema il fatto che i lavoratori del Varesotto e del Comasco, come delle altre province italiane di confine con la Svizzera, non assoggettati fiscalmente in Italia, contribuiscano a rendere ancora più attrattivo il mercato del lavoro ticinese. La Commissione, non essendo tuttavia competente in materia, ha deciso di scrivere una lettera all’omologa Commissione della politica estera chiedendo «di verificare i margini di manovra a disposizione della Svizzera per affrontare la questione».
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