Un parco avventura per i bambini al posto dell’ex cartiera Mayer. Questo il progetto di recupero dell’area presentato ieri in una conferenza stampa. Ci vorranno almeno quattro anni perché l’idea si concretizzi: prima di costruire bisognerà bonificare dall’amianto e verificare l’inquinamento del sottosuolo. Ma il cammino è segnato: «dopo quarant’anni di attesa, mostriamo qualcosa di concreto. E questo lo rivendico con orgoglio», le parole del sindaco.
Questione di costi
La prima fase passa dall’eliminazione dell’eternit. Un compito affidato a Prealpi Servizi, proprietaria dell’area, che quest’anno investirà 540mila euro. I primi 40mila sono stati spesi per mettere i sigilli all’edificio dell’ex centrale termica, per evitare che le fibre cancerogene si diffondano nell’ambiente. «Effettuiamo comunque un monitoraggio costante», ha sottolineato il presidente dell’azienda , «i livelli sono tranquillizzanti per tutti». Nessun pericolo per la salute, insomma. Sui tetti di ciò che rimane della cartiera, però, ci sono coperture in eternit. Con un investimento di 300mila euro saranno rimosse entro l’autunno. Mentre altri 200mila euro serviranno per verificare se il sottosuolo sia inquinato e richieda quindi una bonifica.
In comune sperano di no, anche perché questo farebbe lievitare i costi e allungare i tempi. In totale Prealpi Servizi investirà 1,2 milioni di euro, mentre il comune dirotterà i proventi degli oneri di urbanizzazione per una cifra di 2 milioni di euro. In cambio otterrà la proprietà dell’area. E la cederà per diventare socio di un fondo immobiliare che sarà creato grazie ad un advisor americano che si presenterà entro fine mese. In questo modo, il comune percepirà ogni anno gli introiti legati all’utilizzo dell’ex cartiera. Già, ma chi si insedierà qui? «C’è l’interesse da parte di un’azienda che realizza parchi avventura», l’annuncio. Accanto a questa struttura si aggancerebbero un bar ed un ristorante. Così da rispettare la vocazione ludico-ricettiva che l’amministrazione vuole dare ai 580mila metri quadrati dell’ex Mayer.
Variabili e ottimisti
Sono molte, però, le variabili. Dall’inquinamento del suolo, che potrebbe far crescere i costi, alla crisi del mercato immobiliare: possibile che gli operatori vogliano costruire a Cairate case sufficienti per generare i 2 milioni di oneri? Tutti interrogativi di fronte ai quali Mazzucchelli è ottimista.
«Quando gli investitori vedranno cosa stiamo facendo, sarà più facile chiedere risorse». Anche perché «parleremo di un prestito», da restituire con gli utili del fondo immobiliare. «Penso a FinLombarda». O magari al coinvolgimento della Regione. Del resto «il governatore Maroni ha fatto un sopralluogo». E chissà se tornerà con un assegno.n
riccardo saporiti
© riproduzione riservata