Un australiano conquista Alberobello. È Caleb Ewan, della Orica-Scott, a cogliere il successo nella settima frazione della corsa rosa, superando allo sprint immerso nei trulli, il solito Fernando Gaviria e Sam Bennett. Per il giovane australiano, classe 1994, è il ventiduesimo successo in carriera, il primo al Giro d’Italia ed in generale in un grande giro.
Alla prima tappa, conclusa ad Olbia, si era classificato secondo alle spalle di Pöstlberger: ieri è riuscito a piazzare la zampata vincente in uno sprint molto veloce ed allo stesso tempo molto tecnico. L’Australia diventa dunque la sesta nazione diversa a cogliere un successo in queste prime sette tappe dell’edizione del centenario del Giro d’Italia: prima ci erano riuscite l’Austria, poi la Colombia (due volte con Gaviria), la Germania, la Slovenia e la Svizzera. All’appello manca ancora l’Italia,
che anche ieri ha visto i suoi velocisti, nella fattispecie i vari Giacomo Nizzolo (problemi di asma ed allergia per lui), Sacha Modolo, Kristian Sbaragli e Jakub Mareczko troppo lontani dalle posizioni favorevoli per lanciare la volata. Nonostante manchi una vittoria italiana, questa prima settimana di Giro d’Italia (conclusa ieri) ha regalato sorprese e finali inattesi, outsider fin dal primo giorno e volate entusiasmanti, come quella di ieri, decisa praticamente al fotofinish. Due gli italiani in top ten: Enrico Battaglin, settimo, e Vincenzo Nibali, funambolico nel restare tra le posizioni di testa, pur non riuscendo a rosicchiare dei secondi ai diretti avversari per la maglia rosa. In testa alla classifica di leader resta il lussemburghese Bob Jungels, che oggi vestirà la maglia rosa per il quarto giorno consecutivo, superando i giorni da leader trascorsi nell’edizione scorsa, quando rimase in cima alla classifica per soli tre giorni. Molto soddisfatto al traguardo il vincitore: «È fantastico riuscire a vincere una tappa dopo le delusioni delle prime frazioni. Non sono mai stato bene come ora. È stato un finale incredibile, eravamo un po’ troppo indietro ai meno tre chilometri, ma siamo restati uniti e non ci siamo fatti prendere dal panico».
Molto onesto il primo degli sconfitti, Fernando Gaviria: «Ewan è stato più forte, ha meritato di vincere». Il pesce grosso, però, è ancora da friggere, il meglio deve ancora venire: oggi e domani il percorso propone due tappe molto interessanti ed in grado di dare uno scossone alla classifica, per ora molto corta ed affollata. Oggi si arriva a Peschici, al termine di una frazione che verrà corsa interamente in territorio pugliese, partendo da Molfetta, che è all’esordio come città di partenza nel Giro. Peschici invece ospiterà per la quarta volta nella sua storia un arrivo di tappa: si arrivò qui nel 2000, vinse Danilo Di Luca, poi nel 2006, quando Franco Pellizzotti raggiunse Axel Merckx a poche centinaia di metri dal traguardo battendolo, e nel 2008 quando vinse Matteo Priamo. Quello odierno sarà un finale molto interessante: durante la tappa si scollineranno due GPM che sono Monte Sant’Angelo (seconda categoria) e Coppa Santa Tecla (di quarta categoria), poi ai cinque chilometri dal traguardo inizia la bagarre. Tratto in discesa di due chilometri, poi breve pezzo pianeggiante prima dell’ascesa finale che sale di difficoltà all’avvicinarsi al traguardo (punte del 12%) e con diverse curve a gomito. Il rettilineo finale si presenta sempre in salita (pendenza attorno al 9/10%). Gli scalatori o i finisseur possono dunque avere diritto di residenza in questo arrivo così impegnativo. E domani, prima del secondo e penultimo giorno di riposo di questo Giro, si arriva in cima al Blockhaus, una salita che i corridori temono davvero molto.