La parola derby nasce 235 anni fa, precisamente il 4 maggio del 1780, il giorno in cui il dodicesimo conte di Derby Edward Stanley organizzò una corsa equestre all’ippodromo di Epson. Dal nome della cittadina inglese, appunto Derby, il termine venne preso esportato in Europa ed iniziò ad entrare nel vocabolario del calcio prima e di altri sport poi.
Dalla semplice parola derby restano esclude tante componenti che rendono uniche serate come quella di stasera. E parliamo, come scriveva Giulio Nascimbeni nel 2002, «del batticuore, degli incubi, del fiato sospeso, l’ ansia, gli esorcismi, la lentezza esasperante dei minuti se stai vincendo, la furia maledetta dei minuti se stai perdendo». Questa sera sarà una serata di quelle, maledetta o benedetta. Stasera al Palalbani il ghiaccio si scalderà per Varese-Milano, e forse queste due squadre bastano per spiegare tutto quanto.
Sarà pure Serie B, sarà anche una partita figlia di un hockey minore rispetto ai fasti di un tempo. Però è pur sempre un derby, che darà vita ad una serata bellissima. Ci sarà la Gioventù Giallonera, che accoglierà tanti tifosi storici del Milano, per una rimpatriata commovente e allo stesso tempo con un sapore d’altri tempi. Ci saranno storie nella storia, come quella di Andrea Vanetti, che è cresciuto tra i Mastini e stasera sul ghiaccio vestirà la casacca rossoblù. Per lui, come per tanti altri, è un derby ancora più emozionante: «Ho iniziato nelle giovanili dei Mastini quando avevo sì e no cinque anni, e sono andato via che ne avevo tredici, destinazione svizzera. Tornare su questo ghiaccio è per me un’emozione incredibile, difficile da descrivere». Tra le fila dei gialloneri, Andrea troverà tanti ragazzi con cui ha passato un’infanzia tra ghiaccio, dischi e bastoni: «Praticamente buona parte dei ragazzi che affronterò in questo derby li conosco benissimo, abbiamo iniziato a giocare ad hockey assieme, siamo cresciuti uno accanto all’altro. Sarà ancora più emozionante perché dopo l’infanzia varesina, sono andato a Lugano prima e a Chiasso poi. Questa è la prima stagione in Italia, e trovarmi di fronte Varese è particolare». È Serie B, purtroppo, ma è pur sempre un derby e per una volta i successi e gli scudetti rivivranno nei giovanissimi che saranno in campo. Andrea ha 25 anni e gli scudetti varesini non ha potuto viverli, però l’Hockey Varese fa parte del suo cuore: «È chiaro, sarebbe bello tornare agli anni ’90 quando la Lombardia dominava. Varese e Milano erano il centro del mondo dell’hockey e si giocavano gli scudetti. Io sono del ’90, ho iniziato a frequentare il Palalbani che ero piccolissimo, mio padre mi portava sugli spalti e mi ha fatto nascere la passione. So che le tifoserie storiche si stanno organizzando e anche qualche componente della vecchia Armata Piranesi sarà presente al Palaghiaccio. Questa cornice renderà ancora più speciale ed emozionante un derby che lo è già di suo. Ho giocato per tanti anni a Lugano, e questo Varese-Milano mi sembra un po’ un Lugano-Ambrì, l’atmosfera è stupefacente».
La parola passa però al ghiaccio, ed è inutile scrivere che la Milano Rossoblu partirà favorita in questo scontro diretto. Un derby, però, fa storia a sé, in qualsiasi sport: «Noi veniamo da una bella vittoria contro il Como, e ci giocheremo il secondo derby in tre giorni. Siamo reduci da quattro vittorie consecutive, siamo carichissimi. Però questa partita nasconde tante insidie, e so che Varese ci metterà l’anima per portarla a casa. Non si sottovaluta nessuno, non possiamo permettercelo». L’obiettivo di Milano, piazza in cui Andrea è arrivato in estate, è quello di tornare presto in Serie A, da dove si è autoretrocessa a fine stagione scorsa: «Questa serie di vittorie ci ha reso consapevoli di ciò che possiamo fare. Stiamo pian piano carburando, l’obiettivo è di riconquistare la Serie A e siamo in crescita.Uscire vittoriosi da un derby sarebbe il massimo». Il Milano arriverà carico e pieno di fiducia, con la convinzione e la voglia di portarla a casa. Dall’altra parte i Mastini potranno contare su una tifoseria che sarà lì solo per loro, solo per questo derby. Ed in campo in mezzo a loro i ragazzi avranno un compagno in più, Marco Fiori, che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di giocare questo derby. Se c’è un modo per mettere veramente in difficoltà il Milano, è diventare dei Mastini.