Fugge con la figlia di cinque anni in Bulgaria: indagata in Italia per sottrazione di Minore, a processo in Bulgaria per la stessa ragione. Il padre della bimba, imprenditore di un comune dell’alto Varesotto, chiede solo di riavere sua figlia: «E’ estremamente preoccupato, anche perché la piccola sta seguendo un percorso di cura all’ospedale di Circolo percorso che si è interrotto da mesi in danno alla bambina», spiega l’avvocato che, con la collega , assiste il padre della piccola.
I fatti, così come sono stati denunciati dal padre, sono semplici. L’imprenditore nel 2010 ha una relazione con una donna di origine bulgara conosciuta in Svizzera. Dalla relazione nasce una bambina che oggi ha cinque anni. La bimba è affidata al padre come alla madre al termine della relazione. Sin qui nulla di particolare. La bambina, tra l’altro, come detto ha dei problemi di salute e stava seguendo una terapia all’ospedale di Varese. I genitori a quanto pare hanno mantenuti rapporti civili.
Così quando nel marzo scorso la madre della bimba ha chiesto al padre il permesso di portare la bambina a Sofia in visita ad alcuni parenti l’uomo ha dato il proprio consenso. Un consenso, però, ristretto ad un preciso margine di tempo: dal 7 al 29 marzo. La madre, però, non è più tornata dal Paese d’origine. Di più: ha chiesto il trasferimento della bambina in Bulgaria, fatto al quale il padre si è opposto con fermezza. L’uomo, il 2 aprile scorso, una volta capito che la ex compagna non sarebbe più tornata con la bambina ha sporto denuncia. Denuncia della quale si sta occupando il tribunale dei minori di Milano.
«Appare evidente che la madre della bambina non voglia più tornare in Italia – si legge negli atti – il fatto costituisce una palese violazione dei diritti del padre». L’interesse primario è quello del bene del minore. Il padre è perfettamente in grado di garantire alla bambina un ottimo tenore di vita. Non solo ci sono le cure mediche di cui la bimba ha bisogno e c’è lo stato di “depressione” attribuito alla madre della bimba e segnalato dai legali del padre con cartelle mediche. Il caso dalla nostra provincia è diventato internazionale. Attraverso i contatti ministeriali la madre della bimba è stata perseguita anche dal governo bulgaro. Contro di lei è stato aperto un procedimento a Sofia. Il 12 dicembre in sede d’udienza sarà ascoltato quale testimone anche l’avvocato Viazzo. «Il nostro unico obiettivo – conclude Viazzo – è riportare la bambina a casa. Il padre non deve essere privato dei suoi diritti e la bimba non può essere privata dell’affetto paterno».