Gambe e vene, salute e bellezza sono inestricabilmente legate. La flebologia estetica italiana che, prima al mondo, è nata proprio a Firenze nel 1986 con “Firenze Beauty” grazie al flebologo Gian Camillo Donadi ed al famoso stilista Emilio Pucci, si è data, ancora prima al mondo, linee guida mediche specifiche, ora contemporaneamente pubblicate in italiano su Acta Phlebologica ed in inglese su International Angiology.
Ma le gambe sono “croce e delizia” anche per la loro forma, sempre determinata in buona parte dalla cattiva circolazione; e centrale sarà la sessione sulle “grosses jambes”, dalla funzione all’estetica, dove si distinguerà su differenti tipi di edemi o gonfiori, differenti tipi di celluliti, senza trascurare i linfedemi, abbandonati ai loro portatori con scarso interesse sanitario, quando invece il dismorfismo dell’apparenza è legato ad una modesta qualità di vita.
Su un campione di 1000 donne fra i 25 e i 50 anni, il 54% delle intervistate avrebbe un problema con le proprie gambe. A raccogliere questa preoccupazione femminile ci ha pensato una recente ricerca dell’Associazione Donne e Qualità della Vita, presieduta dalla Dottoressa Serenella Salomoni. «Il ginocchio è un’area abbastanza difficile da trattare – commenta il Dott. Renato Calabria, chirurgo plastico e docente presso il Department of Plastic Surgery at the University of Southern California – Se si operano ginocchia non ben definite a causa dell’accumulo di grasso, si può, tramite una liposcultura con microtransfer, creare più definizione e dare un look più atletico. E, con le stesse tecniche, si ottiene lo stesso risultato anche su polpacci e caviglie. Discorso opposto invece è quando, con l’età, il ginocchio si svuota».n