«Nelle difficoltà il confronto aiuta»

Le imprese hanno bisogno delle banche, ma anche le banche delle imprese. «È necessario che i due mondi tornino al dialogo» sottolinea Silvio Del Deo, titolare della Depo Pack di Saronno, impresa artigiana che opera nel settore farmaceutico del confezionamento di medicinali.

Ci sono ancora problemi sul fronte del credito?

Certamente problemi ce ne sono ancora: io credo che le banche in alcuni casi se ne approfittino di alcune situazioni. Non c’è uno sforzo da parte del mondo bancario per andare incontro alle imprese che, per tornare a crescere, hanno bisogno di fare investimenti. Le imprese di minori dimensioni non sempre hanno la possibilità di conoscere tutto ciò che c’è a loro disposizione. I micro imprenditori in azienda si occupano di tutto e non hanno il tempo per andare a cercare, studiare, informarsi: non è come nelle grandi aziende dove c’è chi si occupa solo di finanza.

Come fanno allora a districarsi nel mondo della finanza?

Funziona il passaparola tra noi piccoli imprenditori: la buona esperienza di uno può diventare l’esempio per un altro. Serve moltissimo l’aiuto delle associazioni: Confartigianato in questi ultimi anni ci sta affiancando molto su questi temi. Io consiglio a tutti i miei colleghi che sono in difficoltà di provare a chiedere: spesso chi vive un momento difficile si chiude in sé, invece è importante confrontarsi, perché l’esperienza di chi ha vissuto lo stesso problema e lo ha risolto può aiutarlo.

Lei ha usato credit pass. Cosa ne pensa?

Uno strumento utilissimo: che aiuta a poter accedere al credito in maniera assistita, con la garanzia del nome di una associazione come la Confartigianato. A noi in particolare serviva liquidità per poter rimuovere la copertura in eternit di un magazzino: loro ci hanno aiutato, seguendoci passo dopo passo.

Quando parliamo invece di progetti, di più lungo termine, crede che le banche siano disponibili al dialogo?

In Italia purtroppo non esiste la cultura del finanziare le idee, è difficile far credere nei progetti: le banche soppesano molto più i volumi di affari e guardano i bilanci e dove c’è un rischio sono meno propense al dialogo. Manca la fiducia nelle imprese e, aggiungo, nel nostro stesso Paese.

Come far ripartire allora il dialogo?

L’associazione diventa un intermediario indispensabile, un braccio destro che da una grossa mano: ma non può essere una strada a senso unico. Le banche devono tornare a fare le banche.

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