L’Europa delle università si incontra alla Liuc: «Ormai l’arena su cui si affacciano i nostri studenti è l’Europa». Mentre l’Unione vera e propria, l’Europa di Bruxelles, vive momenti di crisi, tra la Brexit e le spinte populistiche, quella degli atenei che si occupano di business e innovazione è più che mai interconnessa. Lo dimostra la tre-giorni di incontri del network Prime che si è svolta all’Università Cattaneo di Castellanza. “Prime” è un acronimo, e sta a significare “Professional
Inter-university Management for Educational Networking”. È una rete di 19 università, quasi tutte europee (più una della Colombia e un college di New York) e di Paesi diversi (solo il Belgio, fondatore del network, vanta due atenei), che si pone come obiettivo di «sviluppare e promuovere le conoscenze internazionali e le competenze interculturali sia per i professori che per gli studenti attraverso lo sviluppo di progetti, ogni anno su un macrotema differente». Quello dello scorso anno, che si è concluso con la “Euroweek” a Bruxelles, era “Creatività e imprenditorialità: affrontare i Megatrends”, mentre nel corso di questo anno accademico gli studenti si cimenteranno sul tema “Dal sociale all’hi-tech”, che li porterà alla “Euroweek” di Coimbra in primavera.
“Prime” dà la possibilità, ogni anno, ad un numero di studenti Liuc, tra i sei e gli otto, (selezionati in base a competenze disciplinari e linguistiche, ma anche a capacità relazionali), di confrontarsi con i pari età delle altre università aderenti alla rete, per mettere a punto dei gruppi internazionali che sviluppano progetti sul tema prescelto. I team coinvolgono due studenti per ciascuna università, attraverso un meccanismo di autoselezione: in una prima fase i gruppi si confrontano a distanza, utilizzando strumenti come Skype, Dropbox e Google Drive, poi finalizzano le presentazioni dei loro progetti nel corso del meeting annuale dell’Euroweek. «Il concetto che attraversa questa esperienza – spiega il preside della facoltà di ingegneria della Liuc, Giacomo Buonanno, che è uno dei docenti supervisori – è che al giorno d’oggi l’arena su cui si affacciano i nostri studenti coinvolge tutti i paesi europei. È quello, e non più quello localistico, il contesto, se non addirittura quello mondiale, con cui i ragazzi che escono dalla nostra università hanno a che fare. E non si tratta più solo di acquisire conoscenze disciplinari e competenze tecniche, ma anche di saper gestire il gruppo. Anche davanti ad una birra, in una serata fuori, oppure stando svegli tutta la notte nella hall di un albergo per completare la presentazione per il giorno dopo».
Unica università italiana a far parte di “Prime”, su invito dei catalani della Universitat de Girona, la Liuc può già vantare risultati eccellenti, come il “triplete” dell’edizione 2015 a Katowice, in Polonia, dove gli studenti della Cattaneo hanno centrato «tre progetti vincenti in tre categorie diverse», come sottolinea il docente Luca Cremona. Un’esperienza formativa che apre prospettive sia per gli studenti che per i docenti, che per le stesse università.
«È un’occasione anche per i docenti per internazionalizzarsi e aprire motivi di scambio – spiegano Buonanno e Cremona – mentre gli atenei possono mutuare strumenti e metodi applicativi, oltre che stringere relazioni per sviluppare progetti di carattere europeo tra atenei. L’Industria 4.0 è una delle opportunità per il prossimo futuro».