Lo abbiamo visto in questi giorni: quando piove forte, in certe strade della città pare di essere a Venezia.
E, all’indomani dagli ultimi allagamenti, i varesini si domandano: «Come mai i tombini di Varese non riescono a far defluire l’acqua?». La risposta è semplice: il Comune, complici le difficoltà del momento, non stanzia abbastanza fondi per pulirli tutti almeno una volta all’anno.
Dati alla mano: i caditoi nel comune sono 11.659. Palazzo Estense, per pulirli, mette annualmente a bilancio una cifra compresa tra i 25 e i 30mila euro. Tale cifra consente di svuotare circa duemila tombini.
Non si va a rotazione, ma si privilegiano quelli «a rischio occlusione».
Ci sono quindi tombini che vengono puliti con frequenza e altri sui quali si interviene soprattutto «su segnalazione».
«Si privilegiano le zone critiche – spiega , dirigente del Comune – Sorvegliate speciali sono le strade dove c’è molto verde, perché le foglie cadendo ostruiscono i pozzetti, come via Marzorati. Oppure le strade che presentano sistemi di smaltimento vecchi, come via Montello».
A gennaio il capogruppo del Pd aveva presentato un’interrogazione sui tombini, ottenendo quella che lui stesso definisce una «fotografia imbarazzante della situazione».
«I tombini ostruiti a Varese sono circa il 10% – dice Mirabelli sulla base dei dati che gli sono stati consegnati in Comune – Per pulirli tutti una o più volte all’anno bisognerebbe stanziare 250mila euro per i pozzetti e 30mila per i griglioni, ma il bilancio comunale non lo permette».
«Quando a un’impresa esterna vengono affidati i lavori per la pulizia di tombini in intere vie, il prezzo a tombino (comprensivo di tutto) è di 17,50 euro. Ad Aspem è stato chiesto più volte di eseguire la pulizia dei pozzetti, ma il prezzo di 17,50 euro non è stato reputato congruo».
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