Discarica abusiva in via Bona: idrocarburi infiltrati nel terreno. Si aggrava la posizione degli otto indagati dal pubblico ministero Annalisa Palomba. Il terreno era stato sequestrato dai carabinieri della stazione cittadina lo scorso mese di marzo. L’area, a cento metri di distanza dal lago e sottoposta a vincoli paesaggistici, era stata trovata dai militari coperta da ogni genere di rifiuto. Dai laterizi al materiale di cantiere, motori, elettrodomestici, rifiuti domestici. I carabinieri, verificato che l’amministrazione comunale (né alcun altro ente) avevano mai autorizzato la trasformazione del terreno in una discarica a cielo aperto,
avevano fatto scattare i sigilli. Il pubblico ministero ha però voluto vederci chiaro. L’indagine, partita per lo smaltimento abusivo di rifiuti, ha visto il coinvolgimento dei tecnici dell’Arpa. Che, eseguiti prelievi e carotaggi del terreno, hanno emesso il preoccupante verdetto: lo sversamento di oli e idrocarburi sul terreno ha portato le sostanze ad infiltrarsi sino a profondità considerate preoccupanti. Altri accertamenti sono in corso per capire se gli sversamenti sul terreno abbiano (come si sospetta) contaminato anche le acque lacustri nella zona. L’ipotesi di reato a carico degli otto indagati potrebbe mutare in quella di disastro ambientale se venisse accertata in via definitiva la presenza di rifiuti pericolosi. Gli otto indagati sono tutti tra loro parenti. A gestire il terreno pare fosse il marito di una delle componenti il nucleo familiare che “storicamente” possiede il terreno. La procura dovrà accertare fatti e responsabilità facendo il distinguo tra le varie posizioni degli indagati.
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