Usa-Cina/ I leader repubblicani: No alla legge anti-yuan

New York, 4 ott. (TMNews) – Il disegno di legge in discussione al Senato questa settimana, per far pressione sulla Cina affinché permetta la libera fluttuazione dello yuan sui mercati internazionali ha attratto le critiche non solo delle autorità economiche di Pechino, ma anche del presidente repubblicano della Camera John Boehner.
Il Senato ha aperto lunedì una settimana di dibattito sul “Currency Exchange Rate Oversight Reform Act of 2011”, una proposta di legge che consentirebbe agli Stati Uniti di alzare le tariffe sui prodotti provenienti da paesi che sostengono artificialmente le esportazioni attraverso la sottovalutazione della propria moneta. La legislazione è pensata, in particolare, con riferimento alla Cina, accusata di manipolare deliberatamente il valore dello yuan per battere la concorrenza internazionale.

Un numero crescente di politici americani è convinto che se la Cina fosse costretta a modificare la propria politica monetaria, permettendo allo yuan di apprezzarsi, gli Stati Uniti potrebbero ridurre il deficit della propria bilancia commerciale e, di conseguenza, creare nuovi posti di lavoro in America. “I miei colleghi, sia democratici sia repubblicani, sono d’accordo che la sottovalutazione intenzionale da parte della Cina della propria moneta garantisce ai prodotti cinesi un vantaggio competitivo immeritato sui mercati”, ha dichiarato il capo della maggioranza democratica al Senato Harry Reid. “Questo atteggiamento colpisce la nostra economia, e ci costa posti di lavoro negli Stati Uniti”.

Le autorità economiche di Pechino hanno reagito negativamente. Il sito web della Banca Nazionale Cinese ha scritto: “Ci sono diverse ragioni che spiegano lo squilibrio commerciale globale, e quello che caratterizza i rapporti tra Cina e Stati Uniti non ha nulla a che vedere con il tasso di cambio”. Per Pechino, questa mossa di Washington potrebbe provocare una vera e propria guerra commerciale tra i due paesi.

Alcuni leader repubblicani al Congresso prendono seriamente le minacce della Cina e si dicono poco convinti della validità del disegno di legge “anti-yuan”. Il presidente John Boehner ha dichiarato di essere preoccupato della sottovalutazione della moneta cinese, ma di non ritenere che la proposta del Senato sia la maniera giusta di affrontare il problema. “Penso sia piuttosto pericoloso chiedere al Congresso degli Stati Uniti di approvare un disegno di legge che forzi altri paesi a rivedere il valore della loro moneta”.

Dati i dubbi di Boehner e, in generale, una maggioranza repubblicana alla Camera che, tradizionalmente, difende il libero mercato, questa proposta di legge potrebbe non sopravvivere a lungo. D’altro canto, il tasso di disoccupazione oltre il 9 per cento sta mettendo pressione anche sui repubblicani affinché prendano posizione sulla questione yuan. Non a caso, Mitt Romney, oggi il favorito tra i candidati alla nomination, ha annunciato che, se eletto, agirà contro la manipolazione della valuta cinese già dal primo giorno alla Casa Bianca.

Casa Bianca che ha fatto sapere di condividere le preoccupazioni del Congresso e di aver intenzione di valutare la proposta con attenzione, ma nel rispetto “degli obblighi internazionali” degli Stati Uniti. Dal 2005 a oggi, il Congresso americano ha proposto e esaminato una serie di misure legislative simili, ma nessuna è mai arrivata fin sulla scrivania del presidente.

A24

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