– Il divario digitale ed informatico continua a rappresentare un pesante fardello per lo sviluppo e il business delle aziende lombarde e per quelle della provincia di Varese. A mancare sul nostro territorio, sono in particolare le connessioni internet ad altissima velocità, attraverso la tecnologia della fibra ottica, per entrare finalmente nell’era dalla banda ultralarga, dove purtroppo l’Italia è molto indietro rispetto al resto d’Europa. Non fa eccezione purtroppo la Lombardia e nemmeno la provincia di Varese; a pagarne lo scotto, in termini di competitività rispetto alla concorrenza, sono le aziende attive sul nostro territorio.
Nella nostra provincia, secondo i dati contenuti in un’indagine di “Utility Line Italia”, solo il 25% della popolazione residente ha accesso a internet ultraveloce. «Siamo affettivamente messi male – commenta Andrea Latino, primo digital champion della provincia di Varese – L’assenza della connessione ultraveloce è un grave handicap non solo per le aziende di informatica o che si occupano di digitale, ma anche per quelle manifatturiere che fanno fatica a stare dietro ai processi industriali».
L’esperto digitale ricorre a un’efficace metafora, per spiegare il gap esistente tra un’impresa che può disporre della connessione ultraveloce a internet e una che si deve arrangiare con meno di 3 mega. «È come far viaggiare i propri prodotti su una strada di montagna stretta e sterrata oppure su un’autostrada a quattro corsie – spiega Latino – a destinazione si arriva ugualmente con fatiche e tempi decisamente diversi». Consultando il sito di Infratel Italia, si riesce a fare una mappatura dei Comuni e delle zone del varesotto coperte dalla fibra ottica, precisando che ve ne sono di due tipi, quella “vera” che arriva direttamente nelle case o nelle aziende e quella che invece giunge fino alla strada e va portata nelle abitazioni o negli stabilimenti tramite la tecnologia al rame. La banda ultralarga direttamente in casa è una rarità per i nostri Comuni; in testa c’è Saronno con il 23%, seguita da Busto Arsizio (16%), Varese (13%) e Gallarate 8%, mentre per tutti gli altri Comuni la percentuale è dello 0%. Migliora un po’ la situazione per il secondo tipo di fibra ottica, che raggiunge a Varese il 94% degli utenti, seguita da Busto Arsizio (87%), Saronno (56%), Gallarate (48%), Tradate (30%), più qualcosa nei paesi più piccoli. «Il nostro territorio purtroppo non è attrattivo per gli operatori del settore – sottolinea il digital champion varesino – la copertura c’è soltanto in alcune zone dei centri più grandi, soprattutto nel sud della provincia, mentre nei paesi piccoli non c’è niente».
Qualche novità interessante potrebbe arrivare nel 2016, grazie ad esempio all’arrivo sul mercato di un nuovo player legato a Enel, che potrebbe portare la banda ultra larga direttamente nelle presa della corrente; anche i digital champion varesini sono pronti a prendere iniziative. «Chiederò la collaborazione del presidente della Provincia Gunnar Vincenzi per convocare tutti i sindaci del Varesotto per proporre loro di firmare un documento che faciliti, a livello burocratico, la posa della fibra ottica, seguendo il protocollo semplificato già votato dal Parlamento» conclude Latino. Oggi, per ogni chilometro di fibra posata, occorrono 23 permessi.