Sindaci sotto attacco, ormai è allarme

Sindaci sempre nel mirino e in prima fila in provincia di Varese: dopo i recenti fatti di Sesto Calende, con il primo cittadino , tenuto in scacco da un uomo di 36 anni originario della Calabria che per protesta l’altra mattina si è presentato in Comune ricoperto di letame, non si può non parlare del mestiere di primo cittadino e delle pressioni cui sono sottoposti.

Minacce, urla, atti di intimidazione sono quasi all’ordine del giorno. Quasi in coincidenza con l’anniversario della morte del sindaco di Cardano, (2 luglio), vale la pena ricordare gli episodi di intimidazione, più o meno gravi, che hanno coinvolto i sindaci di Solbiate Olona, , cui ignoti danneggiarono la macchina con l’acido, quello di Luvinate, , vittima di un grave atto di vandalismo (macchina incendiata sotto casa e poi scritte diffamatorie sulla parete della chiesa) e il sindaco di Brenta,

, che ricevette in Comune una lettera minatoria. «I sindaci – spiega , primo cittadino di Luvinate – sono il primo livello delle Istituzioni e sono l’interfaccia più vicino ai cittadini. per questo sono i più esposti, soprattutto nei piccoli comuni, di fronte alla confusione e alla esasperazione che caratterizza questo periodo, anche nelle modalità di avvicinarsi alle Istituzioni quando una richiesta, per alcuni, può trasformarsi in una pretesa e in un diritto ad ogni costo. Certamente i recenti fatti di cronaca fanno riflettere, ma devo dire di aver trovato nei responsabili di sicurezza molta attenzione e professionalità».

I sindaci sono sempre in prima linea, ma per Luigi Melis la ricetta è una sola: «È indubbio sottolinea il primo cittadino – che ci siano delle difficoltà oggettive, siamo chiamati a dare delle risposte, dobbiamo capire e risolvere il malcontento provocato a monte, anche se noi siamo la prima interfaccia delle istituzioni, ma non dobbiamo mai dimenticare di dare delle risposte ai cittadini. Serve buonsenso, non dobbiamo piangerci addosso, non possiamo sempre dire che è colpa di Roma, ma abbiamo il dovere di dare risposte».

Qualcuno danneggiò la sua macchina versando dell’acido: «Ancora oggi – dice Melis – mi chiedo chi possa aver fatto una cosa del genere e per quale motivo. Al cittadino non si deve sempre dire di sì, perché quello vuol dire prenderlo in giro, bisogna sapere dire di no, ma spiegarne i motivi. Anche il sindaco è un cittadino: ha un incarico particolare, ma sempre un cittadino resta».

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