La prestigiosa Villa Panza, sede di una delle collezioni d’Arte Contemporanea più importanti al mondo, è entrata nella rete museale del Comune di Varese. A darne la bella notizia, alla presenza della direttrice di Villa Panza, Anna Bernardini, l’assessore alla Cultura della Città Giardino, Roberto Cecchi, durante una serata dedicata al grande patrimonio culturale italiano, presso lo Spazio Lavit. Lunedì sera è, infatti, andato in scena un importante dibattito culturale, in occasione della presentazione del volume del professor Giuliano Volpe, Presidente del Consiglio Superiore Beni Culturali e Paesaggistici del MiBACT, “Un patrimonio italiano, Beni culturali, paesaggio e cittadini” (Utet), a cura dell’Associazione Culturale Parentesi, in collaborazione e con il patrocinio del Lions Club Varese Host.
Ad introdurre la serata, il dottor Leonardo Mendolicchio, direttore sanitario di Villa Miralago, socio dell’Associazione Parentesi e del Lions, che aveva appunto come prestigioso ospite, oltre al professor Volpe – figura di spicco nel panorama artistico italiano nonché studioso dell’archeologia cristiana e medievale – l’Assessore alla Cultura del Comune di Varese, l’architetto Roberto Cecchi. La serata si apriva all’insegna di un’affermazione forte di Giuliano Volpe: «Dobbiamo uscire dalla palude immobile nella quale si è a lungo impantanato il mondo dei beni culturali nel nostro paese, da tempo bloccato in una malintesa, cieca, fedeltà alla tradizione, di cui si adorano le ceneri piuttosto che ravvivarne il fuoco».
Numerose le immagini proiettate, durante la presentazione del volume, che toccavano tutto il panorama italiano, dagli esempi da non seguire agli esempi più luminosi del nostro grande tesoro artistico. Il miglioramento nel patrimonio artistico italiano c’è – sempre secondo Giuliano Volpe – e si constata una situazione di miglioramento, data dalla lungimiranza del ministro Dario Franceschini.
«Per fortuna l’Italia è un paese straordinario – come scrive Volpe nel libro – che riserva continue scoperte, sorprese imprevedibili: non c’è città, non c’è piccolo borgo, non c’è località che non conservi tracce storiche, monumenti, tradizioni, peculiarità paesaggistiche di grande interesse». Il libro è un viaggio nell’Italia migliore, un tour ideale tra musei, parchi, monumenti, gestiti “dal basso”: tante soluzioni diverse che dimostrano come sia possibile fare dell’eredità culturale un elemento vivo e un fattore di coesione e di crescita di una comunità,
grande o piccola che sia. «Un messaggio di ottimismo della volontà che viene da grandi fondazioni e da società pubbliche, da piccole associazioni o da giovani professionisti. Un messaggio da raccogliere e valorizzare: è questo il nostro vero patrimonio». Al termine dell’incontro si è aperto il dialogo con il pubblico, così Ambrogina Zanzi, presidente degli Amici del Sacro Monte, ha posto l’attenzione e alcuni interrogativi sulla situazione attualmente esistente al borgo di Santa Maria del Monte, facendo riferimento al Museo Baroffio in particolare, che sta attraversando non poche vicissitudini. L’assessore Cecchi non ha preso posizione su questo tema, parlando più in generale del panorama italiano. Padrone di casa, il gallerista Alberto Lavit, chiosa a proposito della situazione dell’immenso patrimonio culturale italiano: «È inutile continuare a fare analisi, qui ci vorrebbe una persona forte che possa garantire maggiore rapidità nel cambiamento».