Il migliore per un solo motivo: è l’unico che ci prova, che non si sottomette di default alla legge di un avversario più forte. E questo al netto degli errori. Suo, almeno offensivamente, il quarto migliore di Varese (il secondo).
Panchinato al primo errore, diventa protagonista nella seconda frazione, provando a dare un po’ di sostanza sia offensiva che difensiva sotto le plance. Alterne le fortune sotto il proprio canestro.
Si guadagna egregiamente ognuno dei 13 minuti trascorsi sul parquet. E non è Caja a concederglieli: sono le prestazioni dei suoi compagni a farlo.
Tira male, pasticcia come non mai, subisce anche in difesa. Giornataccia. Non lo salvano i 9 rimbalzi conquistati.
Occasione persa per incidere in contumacia (tecnica e spirituale) Wells. L’impatto sulla regia è impalpabile, tale e quale quello del compagno titolare. Poi cresce, anche se non in maniera determinante. Rimane il problema “tiro da fuori”: siamo a 1/16 in 8 partite. C’è qualcosa che non va: sarebbe un tiratore…
Anche lui discreto nell’unico quarto decente della squadra di casa. Anche lui vittima di Jones e Planinic che banchettano sotto le plance (ma anche vittima dei compagni: se il centro esce a raddoppiare sugli esterni in difesa, sono gli altri che si devono dare una svegliata a ruotare).
Solita grinta, talvolta viene penalizzato in difesa da fischi assurdi. Il fatto che Polonara faccia un partitone non lo aiuta, anzi… In attacco produce a tratti (magia allo scadere del secondo quarto), più spesso viene respinto da Achille o dal ferro.
Ribadendo che a scuola (almeno in quelle da noi frequentate) i voti sono sempre andati dall’1 al 10, il play non si merita più di un’eclatante bocciatura. Inadeguato, mai pericoloso, mai in grado di dare ritmo ai compagni, di svegliarli. La fotografia della sua gara è l’infrazione di 5 secondi su una rimessa.
Virgola da tre, cestisticamente violentato da Bamforth e compagnia. Male male.
Continuiamo ad andare con Caja se si parla di lui: si merita esattamente lo spazio che ha se negli undici minuti passati in campo si contano più tagli non seguiti dei suoi avversari che non canestri a referto.