New York, 4 ott. (TMNews) – Il governatore del New Jersey Chris Christie non si candiderà alla nomination repubblicana per le elezioni presidenziali 2012. Lo affermano tutti i principali siti statunitensi citando “fonti” del partito repubblicano. Christie farà un annuncio alle 19 ora italiana nel quale potrebbe appunto dire che, nonostante le speculazioni su una sua candidatura e gli inviti a entrare nella partita, resterà nel suo stato a terminare il mandato iniziato due anni fa.
Con il calo nei sondaggi di Rick Perry e i numeri che parlavano di un testa a testa con Barack Obama nel caso che fosse stato Christie a sfidare il presidente, erano diventate insistenti le richieste al governatore di annunciare una candidatura. Da Wall Street erano pronti ad arrivare capitali importanti per finanziare la campagna, che però Christie aveva più volte detto di considerare con diffidenza anche per lo stress che avrebbe imposto alla famiglia.
Proprio l’attenuarsi della contrarietà di sua moglie Mary Pat a sobbarcarsi un anno di campagna aveva spinto diversi commentatori a parlare di un’imminente entrata di Christie in gara. Ma contro di lui giocava anche l’anticipazione di alcune primarie a gennaio, che ha ridotto il tempo a disposizione per farsi conoscere in tutta l’America, non solo nel Nordest dove Christie è diventato in fretta figura nota.
49 anni, ex procuratore federale, figlio di padre di origine irlandese e madre di famiglia siciliana, Christie si è fatto un nome come governatore portando in pareggio il bilancio e attaccando frontalmente i sindacati, due fattori che avrebbero pesato favorevolmente con l’elettorato consevatore.
Tuttavia Christie è tutt’altro che un ortodosso del conservatorismo radicale che domina il dibattito repubblicano da quando il Tea Party è il movimento di maggior peso nel partito. Non è contrario a un aumento del gettito fiscale federale, sostiene che il riscaldamento globale è una realtà, e si è espresso a favore di maggiori controlli sulla vendita di armi da fuoco. Inoltre ha sostenuto in passato che l’immigrazione illegale non è un reato, e ha accusato di eccesso di reazione gli oppositori della moschea di Ground Zero. Posizioni queste in netto contrasto con quelle espresse dalla maggioranza degli elettori repubblicani.
Se avesse deciso di correre alla nomination repubblicana, Christie avrebbe probabilmente fatto una campagna dal tono meno controllato e moderato di quella di Mitt Romney, che con il calo di Perry torna a essere il favorito. Uomo dai modi spicci, ampiamente sovrappeso, Christie è noto per le parole forti che spesso usa. Celebre l’episodio avvenuto nel New Jersey quando a un’elettrice che gli chiedeva perché mandasse i figli alla scuola privata invece che a quella pubblica, aveva risposto: “Non sono affari suoi. Io non le chiedo dove manda i suoi figli a scuola, quindi non mi scocci sui miei”. Linguaggio che però non si sentirà durante la campagna per la nomination repubblicana. Almeno non per questa volta. Per quanto riguarda il futuro, di sicuro c’è che il primo mandato di Christie come governatore scade nel 2014.
A24-Riv
© riproduzione riservata