Sul firmamento del basket italiano domenica sera sono comparse due nuove stelle, due astri pieni di giovane luce che abbisognavano solo di un telescopio potente – quale può essere una diretta televisiva nazionale – per essere identificati e ammirati. La prima abbaglia per l’incoscienza dei suoi verdi e potenti mezzi, per un talento di cui ancora non si conosce la misura ma che si intuisce profondo ben più di quelle triple “sparate” da nove metri, di quegli assist che attraversano l’area da un punto all’altro e di quelle penetrazioni che non sanno cosa sia la paura. Ad Aleksa Avramovic sono bastate due partite per prendere le misure del campionato italiano, tre per essere protagonista di giornata: chi ha detto precocità?
La seconda cattura per l’opulenza dei mezzi atletici, per la “tracotanza” dei salti, per la capacità di incutere timore agli avversari (chiedete al supposto centro più forte del campionato, il milanese Raduljica, respinto tre volte su tre dal nostro in un solo quarto). Sette stoppate, sette: alla terza gara nella serie A italiana, Pelle ha attentato al record storico di nove “blocks” in un singolo match, appartenente in condominio a califfi delle plance del calibro di Stefano Rusconi, Warren Kidd e Dean Garret.
Maledetto derby, perché ora tutti sanno quali tesori Varese abbia nascosti in panchina: se i due vanno avanti così, le attenzioni di formazioni ben più blasonate della Openjobmetis non mancheranno. E appare dunque mossa ancora più apprezzabile quella di aver firmato i loro rispettivi contratti con durata pluriennale (se li perderai presto, almeno non li perderai per nulla). Panchina? Chi ha detto panchina? La grande verità di Milano-Varese è questa: per Maynor ed Anosike la sveglia potrebbe suonare prima del previsto.
Non esistono gerarchie che abbiano la precedenza sull’efficacia di un impatto, sulla funzionalità di una squadra, sui risultati, sul merito, pur estemporaneo che sia. Che due “scomode” realtà come Norvel e Aleksa siano da stimolo per i “big” ancora lontani dal rendimento atteso: la concorrenza interna è la grana più piacevole che possa capitare a un allenatore. E, del resto, Moretti è anche la fortuna più grande che possa capitare a due giovani promesse. Tipo: «Pelle?Sprigiona luce, ma si spegne in fretta» Capito? Nessun dorma sui propri allori, freschi o affermati che siano.