Suarez il mostro Gli altri verginelle?

Siamo così sicuri che un morso sia molto più grave di una gomitata volontaria in pieno volto? O di un’entrata assassina sulle caviglie dell’avversario? O anche di una bieca simulazione tesa a imbrogliare arbitro, avversari e tifosi? Se pensiamo alle sanzioni comminate dalla Fifa ai danni di Luis Suárez, reo di aver azzannato il difensore azzurro Giorgio Chiellini, si direbbe proprio di sì. Quattro mesi di stop, nove partite di squalifica con la nazionale dell’Uruguay, centomila franchi svizzeri di multa. Ma soprattutto, un’ondata di indignazione globale davvero degna di miglior causa.

Luis Suárez è il mostro, il cattivo senza redenzione, il pericolo pubblico che con il suo brutale e imperdonabile gesto ha macchiato l’immagine casta e pura del calcio mondiale.

E allora giù con le punizioni esemplari: perché non basta la lunga squalifica, non basta l’ondata di riprovazione contro l’uruguagio cattivo. No, Suárez deve proprio sparire dalla circolazione, andarsene dal Mondiale. Il suo accredito gli è stato ritirato dalla Fifa. E così, in lacrime, il fortissimo centravanti del Liverpool ha dovuto fare le valigie e salutare i compagni (che lo adorano). «Simili comportamenti non possono essere tollerati, specialmente durante i mondiali» ha detto, a proposito del morso,

la portavoce della Fifa, Delia Fischer (e si noti tutta l’ipocrisia di quel «specialmente durante i mondiali»). Siamo – purtroppo – abituati a vedere di tutto sui campi di calcio: gomitate proditorie, sputi, interventi killer, vergognose simulazioni. Ma raramente le reazioni degli organi di governo del calcio e dell’opinione pubblica erano state tanto veementi come nei confronti di Suárez; il quale, intendiamoci, è tutto fuorché un agnellino e meritava certamente una dura sanzione. Da qui però a farne un mostro, un killer, un paria, ce ne passa. Né può essere la Fifa di Blatter, agitata da gravi e continui scandali, a impartire lezioni di moralità. Da che pulpito etico pontifica una Fifa che fissa tra i 90 e i 500 euro i prezzi dei biglietti per le partite dei mondiali brasiliani (riservando quindi l’accesso solo a chi ha il portafoglio bello gonfio), che raddoppia in gran segreto gli stipendi dei propri dirigenti, che deve ancora chiarire la regolarità dell’assegnazione al Qatar dei mondiali del 2022? Non sorprendono dunque gli attacchi che perfino il presidente uruguaiano Pepe Mujica ha rivolto alla Fifa mentre Suárez veniva accolto come un eroe all’aeroporto di Montevideo. Quel Suárez che andava punito, certo, ma che non è peggio di tanti sgomitatori e simulatori patentati che popolano il nostro calcio.

Francesco Inguscio

© riproduzione riservata