Il mercato di dicembre è alle porte e il Varese ha delle decisioni da prendere. Le vie non sono molte, anzi: fondamentalmente sono due. Una mette una pezza al presente, l’altra costruisce il futuro.
In mezzo, una sola discriminante: la società.
La logica dice che l’obiettivo di inizio stagione – la vittoria del campionato – è ormai sfumato: tanti i punti che dividono il Varese dalla vetta (16), troppe le avversarie che precedono in classifica (12).
Considerando la necessità di reperire liquidità per poter affrontare il resto della stagione, la finestra di dicembre / gennaio del mercato spingerebbe verso la ricerca di trattative per piazzare i giocatori più interessanti: due esempi su tutti, Andrea Repossi e Nicolò Palazzolo. I due hanno di certo mercato e le eventuali cessioni potrebbero portare introiti alle casse di piazzale De Gasperi; ma i due, contemporaneamente, sono entrati nel cuore dei tifosi, con le loro prestazioni di qualità e soprattutto di grinta, carattere, attaccamento.
In un momento come questo, in cui l’entusiasmo della marea biancorossa è ai minimi storici (sia per i risultati, che soprattutto per l’instabilità societaria), riuscire a tenerli sarebbe il colpo migliore.
Perché darebbe una prospettiva futura se, una volta snellita la rosa dalle partenze di chi vorrà rispondere alle chiamate di squadre che hanno ancora un obiettivo per cui lottare, intorno a loro si riuscisse a costruire un progetto alla cui base ci sia un forte legame con l’ambiente e la maglia (e che quindi coinvolga anzitutto i varesini, di nascita o acquisiti, come Lercara, Simonetto e Zazzi) e che guarda già alla prossima stagione. Repossi, il cui cartellino è di proprietà del Varese, si è così espresso in sala stampa a Carate Brianza: «Il pubblico mi vuole bene e sarebbe un peccato non ripagare questa fiducia. Di fronte a un progetto convincente e solido, rimarrei: perché no?».
Per poterlo fare, è necessario che la situazione societaria si sblocchi, prendendo la direzione di chi ha possibilità di concludere la stagione e interesse nel pianificare quella/e successiva/e. La chiave potrebbe essere quella di stringere i denti, superare la finestra del mercato e così poter pesare davvero le intenzioni degli acquirenti: a quel punto, rimarrebbe chi ha un interesse sul futuro e non solo sul presente.