Voto 8. Conoscete un’altra tifoseria della pallavolo femminile altrettanto calda, fedele e numerosa, in casa come in trasferta? Dite di no? Ecco, neppure noi.
Classe ’97, primo anno nel roster della prima squadra: è tutta esperienza. Un 6 di incoraggiamento ci sta tutto.
Promosso direttore sportivo dopo un lungo apprendistato all’ombra di un califfo come Massimo Aldera: chance meritata. Certo, allestire una squadra competitiva con budget non esattamente faraonici è compito ingrato, e qualche scommessa di mercato non si sta rivelando vincente. Ma per i bilanci definitivi ripassare in primavera, please. Per ora, 6,5 di stima.
Nelle poche ore libere si dedica allo studio di ponderosi manuali universitari di medicina. Un giorno la vedremo in camice verde, come mamma e papà. Il presente però si chiama volley: impiegata fin qui col contagocce, non è comunque dispiaciuta per grinta e personalità: 6.
Per militanza, a 19 anni è già una veterana della squadra: un privilegio e una responsabilità a cui la grintosa pavese non si sottrae. Il rendimento è alterno, il talento indiscutibile. Crescerà? Deve, può. Voto 6.
Ah, se tutti gli uffici stampa fossero efficienti e creativi come quello della Futura Volley…Un meritatissimo voto 8.
Bella sorpresa in avvio di stagione, poi lascia il posto da titolare alla più esperta Thibeault. Come alternativa al centro non è male: 6.
Spettacolare contro Conegliano, poi tanti passi indietro, farfalla-gambero. La stoffa sembra esserci, ma lampeggia solo a sprazzi, intermittente come le lucine natalizie. Voto: 5,5. Se la turca non ingrana, il progetto tecnico si complica.
…e si complica ancor di più se Jenna non ritrova lo smalto della prima parte del girone. Solida e brillante nel primo mese, appannata e monocorde da metà novembre a Natale. D’accordo, la ricezione spesso ballerina non è d’aiuto, ma anche lei ci deve mettere del suo. Voto 5,5.
Accidenti, questa mancina che arriva da San Diego è forte sul serio. Brava la società a scovarla laggiù negli States. Occhio però a non sovraccaricarla, in attacco non può fare tutto lei. Probabile crack del prossimo mercato. Voto: 7,5.
Figura prettamente manageriale, molto meno legata al campo rispetto ad Aldera, il suo predecessore nel ruolo di direttore generale. Lavora per consolidare il progetto, ma lontano dai riflettori. Voto 6.
La conoscenza della materia è fuori discussione, ma l’impatto con la A1 (per lui è la prima volta) non è stato dei più morbidi. Il nono posto al giro di boa, con conseguente estromissione dai quarti di Coppa Italia, non può soddisfare. Voto: 5,5. Ma a lungo andare il paziente lavoro del Menca dovrebbe dare i suoi frutti.
Nel nuovo organigramma il suo nome è associato al ruolo di “responsabile fisioterapia”. Ma se ogni società ha un’anima, l’anima della Futura Volley resta quella della famiglia Forte. Voto 7 honoris causa.
Frenata sul più bello da un infortunio, ora è di nuovo pronta a dare una mano. I tentennamenti di Yilmaz la rendono un’alternativa ancor più preziosa. Voto 6.
Lei invece è cresciuta in modo esponenziale. Mura che è una meraviglia e punge in attacco (quando viene cercata). La grinta, beh: quella è la specialità della casa. La bella novità è la continuità di rendimento. Cercasi conferme nel girone di ritorno. Per ora, voto 7.
È cambiata la carica – non più solo main sponsor ma anche presidente – non lo spirito con cui si approccia alla pallavolo: vulcanico, passionale, pieno di idee e progetti. Per come si è innamorato di questo mondo, meriterebbe qualche soddisfazione: 6.
Il confronto con Leonardi è forse inevitabile ma anche ingiusto: lei è Celeste Poma, punto. L’impressione è che sia partita con qualche ansia di troppo, magari proprio per dimostrare di poter reggere un ingombrante confronto con chi l’ha preceduta. Se davvero è così, è ora di buttare le timidezze con l’anno vecchio. Voto 6.
Buon impatto appena rientrata dall’infortunio, poi è andata a fasi alterne come il resto della squadra. Per ora è un 6. Possa il 2016 regalare, a lei e alla Uyba, più continuità. Auguri a tutti quanti.