Il fatto è che non esistono anni belli e anni brutti. In un anno accadono, mescolate insieme, cose orribili e meravigliose, istanti magici da assaporare tutti d’un fiato e giornate infami da non augurare neppure al peggior nemico.
Non ci possiamo fare niente, è la vita che è così: uno strano e incomprensibile miscuglio di momenti sereni e turbolenze impreviste, a loro volta seguite da un nuovo spuntare dell’arcobaleno. Una continua sorpresa: ogni mese, ogni giorno,
ogni ora. Ma è proprio questo alternarsi di sensazioni che ci fa sentire vivi.
Sono i giorni, questi, dei buoni propositi, delle promesse, dei giuramenti: «Anno nuovo, vita nuova» ripetiamo continuamente ai nostri amici e parenti. Ma sappiamo che non sarà così. Sì, lo sappiamo bene che continueremo a incappare negli stessi errori, e che se riusciremo a correggere quelli, ne commetteremo altri, di sicuro. E guai se non fosse così: non saremmo più uomini, non saremmo più noi. Perché anche i nostri difetti, le nostre paure, i nostri vizi, ci caratterizzano, ci rendono quello che siamo. “Anno nuovo, vita nuova”: ma perché? La felicità non si trova girando la pagina di un calendario. Né tanto meno ci può essere preannunciata da un oroscopo favorevole. Continueremo anche nel 2016, grazie al cielo, a essere sempre noi stessi, con le nostre qualità e le nostre incorreggibili imperfezioni. I buoni propositi, i “cambierò”, i “mai più” lasciano il tempo che trovano. Tanto la vita, come cantava John Lennon, sarà sempre «quello che ti succede mentre sei impegnato in altri progetti».