Il caso di Yara Gambirasio ha portato alla ribalta le analisi del Dna. A seguito dell’ arresto del presunto assassino Giuseppe Maria Bossetti, sono sorti innumerevoli interrogativi scientifici.
La parte più rilevante e difficile delle indagini ha riguardato la genetica perché sui vestiti di Yara furono ritrovate tracce biologiche non appartenenti alla vittima.
Per confrontare il campione trovato sulla ragazzina di Brembate, gli investigatori hanno, in un primo momento, concentrato le indagini sui luoghi da lei frequentati, come la palestra dove si stava recando il 26 novembre 2010 e quelle dove è stato ritrovato il cadavere, come la discoteca vicino a Chignolo d’ Isola. Sono state trovate molte somiglianze tra il dna di un frequentatore della discoteca e quello presente sugli indumenti di Yara.
Da questa traccia si è risaliti a tre fratelli fino al loro padre, Giuseppe Guerinoni, attraverso il dna delle ossa esumate di quest’ultimo, morto nel 1999. Il passo definitivo è stato quello di ricercare la madre, che sembra essere, anche se la donna nega, una donna del bergamasco, Ester Arzuffi. Ritrovati madre e padre dell’ assassino, è stato possibile risalire al proprio figlio. Da un successivo accertamento anagrafico è risultato che la Signora Arzuffi aveva avuto tre figli, tra cui il Bossetti, residente a Mapello, in una zona compatibile con l’ area di commissione del delitto, di professione muratore, al quale è stato prelevato un campione di sostanza organica.
In particolare, l’ indagato è stato sottoposto, nel corso di un ordinario controllo di circolazione stradale, ad accertamento con alcoltest che ha consentito un prelievo informale di un campione organico. Dal punto di vista giuridico, già dal 2004, la Corte Suprema di Cassazione ha stabilito che le indagini genetiche sul dna, sono tali da rendere limitatissima la possibilità di errore e dunque gli esiti presentano natura di prova e non di semplice indizio. Ciò significa che le “impronte digitali genetiche” sono paragonate a quelle reali che ci sono sulle punta delle dita. Tuttavia sarebbe errato giungere frettolosamente alle conclusioni di colpevolezza, anche se il dna ha trovato corrispondenza, nei limiti della certezza scientifica, con quello di Bossetti.
avv. Nicola Giannantoni
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