Protesta ieri mattina, davanti ai cancelli dell’azienda, da parte dei lavoratori della Sacma spa macchine per lamiera di Crosio della Valle, che da cinque mesi non percepiscono né lo stipendio né alcun ammortizzatore sociale. La Fim Cisl ha organizzato un sit in all’ingresso dello stabilimento di via Risorgimento per protestare contro una situazione di stallo, che si protrae ormai da mesi e che di fatto tiene prigionieri i 41 dipendenti dell’azienda e le loro famiglie.
«Le difficoltà che in questo momento stanno vivendo i lavoratori della Sacma di Crosio della Valle hanno inizio alcuni anni fa con l’arrivo della crisi che ha investito anche questa azienda, con alti e bassi e con un’alternanza di crisi congiunturale e strutturale – spiega Marinela Cozma della Fim Cisl dei Laghi – si sono dovute affrontare ridotte occasioni di lavoro con gli strumenti previsti dalla legge, con accordi sindacali, casse integrazioni ordinarie e in seguito anche quella straordinaria».
Nel frattempo, le difficoltà dell’azienda si sono acuite, tanto che purtroppo, come denunciano i 41 lavoratori stessi, non si vedono purtroppo spiragli di luce; la prospettiva della ripresa, nonostante le grandi potenzialità che tutti riconoscono a questa realtà imprenditoriale fondata nel 1960, pare essere sempre più lontana. Il malessere dei dipendenti è evidente non solo a livello economico ma anche psicologico; alcuni di loro sono entrati minorenni a lavorare alla Sacma, vedendo nascere e crescere l’azienda che da sempre è un punto di riferimento a Crosio della Valle.
«Nello scorso mese di luglio – prosegue l’esponente della Fim Cisl – i lavoratori hanno dovuto affrontare una dura prova perché la “loro” azienda aveva chiesto la procedura di concordato preventivo, mentre loro sono finiti in cassa integrazione con pagamento diretto da parte dell’Inps; questo ha determinato una mancata retribuzione e ad oggi, sono ancora in attesa di prendere l’indennità di cassa integrazione».
Una situazione insostenibile che ha spinto i lavoratori a scendere in piazza ieri per protestare; cinque mesi senza lo stipendio né alcun’altra indennità. «Siamo a novembre e dal mese di luglio i lavoratori non hanno preso nemmeno un euro – sottolinea Cozma – inoltre l’azienda ha chiesto la proroga del concordato; i dipendenti si trovano in una situazione insostenibile e senza nessuna prospettiva futura». I lavoratori si sentono di fatto “prigionieri” delle scelte che l’azienda ha fatto in questi ultimi mesi.
«Chiediamo alla Sacma di “liberare” i lavoratori – dichiara l’esponente della Fim varesina – l’azienda non chiede ulteriori ammortizzatori sociali vista la situazione di concordato, non fa lavorare, non chiude l’attività e non vuole nemmeno aprire la procedura di mobilità per permettere a chi ha trovato un lavoro di essere assunto, visto che le aziende intenzionate ad assumere vogliono usufruire degli sgravi fiscali e a chi vorrebbe trovarne uno di beneficiare di un sostegno al reddito in attesa di una nuova collocazione».
Situazione ingarbugliata e quanto mai delicata, con i lavoratori che non hanno intenzione di mollare e che continueranno a far sentire la loro protesta. «La situazione è insostenibile e nonostante le telefonate e le richieste di attivare gli ammortizzatori sociali a disposizione, siamo ancora in attesa – conclude Cozma – la vicenda è mortificante per i dipendenti e per le loro famiglie». Fim Cisl e i lavoratori chiedono all’unanimità all’azienda che venga presa una decisione al più presto.