«Caro presidente Renzi, riporti equità in questo bislacco Paese». Firmato Andrea Cassani, sindaco di Gallarate. Recita così la missiva che il primo cittadino ha consegnato al premier, passato dai Due Galli giovedì pomeriggio.
Il Presidente del Consiglio ha infatti fatto tappa in via Carlo Noè agli stabilimenti Yamamay, in una delle tre visite in altrettante realtà produttive del Varesotto. Ad accoglierlo, più per dovere istituzionale che per affinità politica, c’era anche il capo dell’esecutivo di centrodestra che dal luglio scorso governa Palazzo Borghi.
E Cassani non si è lasciato sfuggire l’occasione per mandare un messaggio al premier. Una lettera in cui si chiedeva, appunto, «equità». Il problema, spiega il sindaco, è che «non abbiamo i soldi per ristrutturare le scuole dove studiano i nostri figli, per costruire colombari per i nostri defunti, per aiutare i nostri concittadini in difficoltà».
Non ci sono soldi: un ritornello al quale i gallaratesi erano abituati durante il governo del centrosinistra di Edoardo Guenzani e che il centrodestra ha duramente contestato durante gli anni trascorsi all’opposizione. Ma al quale, vinte le elezioni, pare aver dovuto adeguarsi.
Sia come sia, Cassani ha voluto dimostrare numeri alla mano come Gallarate goda di un trattamento tutt’altro che di favore rispetto ad altre realtà di dimensioni analoghe.
Citando dati Istat e del ministero dell’Interno,
il sindaco ha scritto a Renzi che «nel 2015 il Comune che amministro ha ricevuto come trasferimento dello Stato una somma ridicola rispetto a quella andata a realtà simili per numero di abitanti ma diverse per latitudini».
Nei due Galli sono infatti arrivati 2,9 milioni di euro. Mentre ad Acireale, in Sicilia, dove gli abitanti sono poco meno di 53mila, dalle casse dello Stato sono stati trasferiti 5,9 milioni. Sono 7,9 quelli andati a Civitavecchia (Lazio), realtà con 53mila abitanti. E addirittura 12,6 quelli sui quali ha potuto fare affidamento il sindaco di Ercolano, cittadina campana di poco meno di 53mila abitanti.
Di qui la domanda che Cassani ha voluto rivolgere al premier, nonché suo ex collega sindaco: «Come potrei far credere ai miei concittadini che questo è giusto?».
Una volta posto il problema, il primo cittadino gallaratese ha anche avanzato una possibile soluzione.
«Questo Paese», ha scritto nella lettera consegnata al primo ministro, «ha bisogno di valorizzare, o quantomeno non discriminare, i Comuni e le Regioni virtuose, come la Lombardia». Sì, «solo dando fiducia a chi è irreprensibile si potrà risollevare uno Stato deficitario». Così e non, ha aggiunto Cassani, «con una riforma costituzionale che accentra ancora di più le competenze in sfregio alla promozione delle autonomie locali sancita dall’articolo 5 della stessa Costituzione».
Queste, insomma, le questioni che il sindaco di Gallarate ha voluto sottoporre a Renzi durante la sua visita in città. Chissà che presto o tardi da Palazzo Chigi non arrivi una risposta.