Ci si interroga sul valore della musica. Se lo chiedono i critici e i giornalisti, chi con tono più rigido e chi con parole impregnate di nostalgia, e se lo chiedono anche gli stessi artisti, che con le canzoni mettono se stessi, le loro idee, i loro consigli, i loro sogni e le loro cadute in mano al pubblico.
Se lo chiede , il giovane rapper e cantautore palermitano che sabato prossimo dalle 22 sarà alle Cantine Coopuf di Varese (via De Cristoforis 5) per portare anche nella Città Giardino, in un duo voce e piano, “Straniero”, il suo primo album da solista. La risposta, Davide, l’ha ricevuta nel corso del suo tour in giro per l’Italia. «Un sacco di gente è venuta a dirmi che il mio disco l’ha aiutata, altri che avevano ripreso ad inseguire il sogno di fare musica, altri ancora che hanno preso e sono partiti per studiare canto a Londra. Se la mia musica fa quest’effetto, io non cammino, volo».
Davide Shorty arriva a Varese dopo aver girato per tutta la Penisola con il suo ultimo lavoro, nato dall’esperienza di X-Factor (in cui, nel 2015, arrivò terzo), e venuto fuori “di pancia” dal tema della diversità e da quel sentimento di estraneità che si prova nella propria terra.
Un viaggio musicale che ha regalato al giovane palermitano grandissime soddisfazioni. Musicali e soprattutto umane: «Il tour di “Straniero” è andato molto bene – racconta Davide Shorty – Come primo album da solista sono davvero soddisfatto. Ho ricevuto una bellissima risposta dalle persone. Vedere la gente cantare i tuoi pezzi è incredibile. Sapere che quello che tu canti è entrato nelle vite di altri è un onore».
Tante, infatti, sono state le telefonate e i messaggi arrivati a Davide Shorty da parte di ragazzi, ragazze, persone colpite nell’intimo dalla sua voce e da quello che c’è in quella voce. Alcuni hanno anche lasciato casa per l’estero. Quindi, oltre all’onore, un artista sente anche la pressione? «Non sono uno con molti filtri: quando dico una cosa è perché la penso e se ha delle conseguenze ben venga, deve succedere. Stimolare delle reazioni, qualunque esse siano, fa parte della vita e dell’essere umano. Personalmente, sono soddisfatto solo quando faccio una bella canzone e quando mi libero di un peso, se poi ispira altri è meraviglioso. Vedere che persone ascoltano nel vero senso della parola i tuoi concerti è sì una pressione ma è anche uno stimolo per dare sempre il massimo. Se smetti di dare il massimo non ha senso fare musica».
Dare il massimo è il diktat, il mantra, la chiave di (s)volta per raggiungere il successo – sì, quello – ma anche per raggiungere esattamente quello che vuoi, che poi in fondo è il “vero” successo. E Davide ce l’ha fatta poco tempo fa, quando è riuscito ad aprire e a salire sul palco e a cantare e a cantare una sua canzone con . Il vincitore di un Grammy. Il suo idolo.
«Ho realizzato uno dei sogni della mia vita – racconta Davide – Sono riuscito a conoscere Robert, ci siamo scambiati i contatti, siamo andati in giro a jammare, ci siamo divertiti e abbiamo passato del tempo insieme. È una persona super genuina, ha rivoluzionato il modo di fare hip hop inserendoci gli strumenti. Ha inventato un nuovo stile, è diventato vocabolario: è raro che succeda ai nostri tempi, visto che molto è già stato inventato e che le novità fanno sempre più fatica ad uscire. Quando vieni riconosciuto musicalmente da una persona come lui è il top». Che cosa si ruba a “uno come lui”? Musica? Sgami? Non per Davide Shorty: «Da Robert Glasper ho tratto calore umano. Perché sta lì, ti fa vedere che c’è e che vuole passare del tempo con te. Io cerco questo più di tutto, quindi devo solo ringraziarlo».
Davide Shorty è pronto. Non vede l’ora. Che sia già sulla strada per Varese? Difficile. Uno, Davide ora sta spesso a Milano, e da lì non ci vuole molto. E due, ora è impegnatissimo a costruire materiale per il nuovo album. «Spero di poter registrare quanto prima. Ci sono delle bozze per ora, spero di riuscire entro fine anno o all’inizio del 2018».
Ma al 2 dicembre manca poco e Davide lancia un messaggio ai varesini: «Spero abbiano voglia di ascoltare. Se si fideranno prometto che passeranno una bellissima serata. Io con la Straniero Band abbiamo voglia di dare tutto, suoneremo a cuore aperto, faremo ascoltare canzoni ma anche la nostra piccola verità. Non siamo finti, non abbiamo plastica e non raccontiamo stronzate. Non c’è fumo, ma solo arrosto».