Il panorama politico nazionale di oggigiorno risulta oramai sempre più frammentato. Moderazione e buon senso sono ingredienti fondamentali per chi si occupa di politica, principi che, purtroppo, stanno andando via via scomparendo. Tali motivazioni hanno portato alla nascita del progetto presentato ieri mattina al Collegio De Filippi di Varese da , presidente del Consiglio regionale della Lombardia nonché coordinatore provinciale di Lombardia Popolare, idea che vuole fondere in un’unica area i partiti centristi e moderati nel centrodestra, costituendo così una federazione di Centro Liberalpopolare.
Si vuole guardare al futuro con sguardo lungimirante, imbevuto di principi e sani valori, propagandando la centralità territoriale e regionale in primis in Italia, e dopodiché a Bruxelles, offrendo un respiro più ampio al progetto. «Vogliamo ridare credibilità alla politica – dichiara Cattaneo – mettere fine alla politica urlata e controproducente. L’obiettivo primario della nostra iniziativa coincide con il tramutare la “galassia politica” attuale in un solo mondo, di modo da essere determinante prima di tutto a livello locale e successivamente a livello nazionale».
A rendere ciò possibile sono stati individuati 5 pilastri su cui poggia le fondamenta l’intero progetto: anzitutto la centralità della persona sottoforma di tutela della vita, dal concepimento alla morte naturale, autonomia dei territori e delle regioni, valorizzazione della famiglia, promozione di un’economia sociale di mercato moderato dalla solidarietà e, infine, gestione accurata del fenomeno migratorio.
Alla conferenza ha partecipato anche , sindaco di Jerago con Orago, il quale ha fatto il punto della situazione sul referendum in programma il prossimo 22 ottobre: «L’autonomia è l’obiettivo, il referendum è lo strumento. Già nel lontano 2007 ci aveva provato invano Formigoni. L’autonomia della regione Lombardia vorrebbe dire una maggiore offerta ed efficienza dei servizi, tutela dei beni ambientali e artistici, risorse amplificate nel campo dell’istruzione e del settore produttivo. Noi vogliamo più persone e meno Stato».
Sulla scia delle parole di Ginelli si è espresso , consigliere comunale di Cunardo, il quale ha posto l’accento sull’importanza dei sindaci come figura istituzionale sul territorio: «Quando un cittadino ha un problema va dal sindaco. Dobbiamo imparare da quello che i cittadini vedono come istituzione, come figura vicina a loro, che possa ascoltare e quindi dedicarsi alle loro esigenze, i sindaci per l’appunto, ragion per cui il binomio territorio-centralità collasserebbe».
Il tema tanto caldo quanto dibattuto dell’immigrazione è stato trattato dal sindaco di Venegono Inferiore che ha raccontato la sua esperienza comunale in fatto di accoglienza migranti: «Credo di essere stato uno dei primi ad aver accolto i richiedenti asilo. Ne ho ospitati una novantina. Tuttavia, bisognava inviare sostegni socio-umanitari ed economici nei paesi africani, o perlomeno, coma ha fatto Macron in Libia, relazionarsi direttamente con il Nord Africa, capire le motivazioni per trovare una soluzione alla fonte del disagio, senza dover mettere continuamente pezze quando ormai è tardi».
Infine, ha preso la parola , coordinatore varesino del Popolo della famiglia, entusiasta di far parte di questo progetto. Amato ha sottolineato quanto sia fondamentale il valore della famiglia, tema che deve necessariamente essere il cuore pulsante della politica. Presente in sala c’era anche , che si è associato alle tematiche presentate durante la conferenza, tematiche che hanno come denominatore comune una politica concreta, fatta di spessore e basata su valori.