– Legambiente aveva organizzato una partita a pallavolo dentro il terminal 1 di Malpensa, quando ancora i pavimenti non erano in marmo chiaro con l’effetto risplendente di adesso in tutta l’aerostazione. Allora si trattava di una forma singolare di protesta, raccolta dai comitati locali, per indicare il “flop” Malpensa a danno soprattutto dell’ambiente. Ma l’ampio spazio non occupato da clienti aeroportuali rimane evidente. In un normale sabato sera (in questo caso si tratta di sabato 30 gennaio), l’aerostazione del duemila risulta quasi totalmente deserta al piano Arrivi. I passi rimbombano mentre percorriamo l’ampio salone: dall’area A all’uscita B bastano le dita di due mani per contare le persone che si incontrano e le serrande sono quasi tutte abbassate.
Alle nove della sera, “Puro Gusto” ha già chiuso i battenti, le sedie alzate verso i tavoli così da poter pulire per terra e anche più avanti, mokacafé ha solo l’ultima saracinesca da tirare giù fino a terra. Per un panino e una bibita rimane la food court, nient’altro, dove c’è soltanto l’imbarazzo della scelta sul posto da scegliere per sedersi: vuoto il locale dentro e deserti i tavoli bianchi all’esterno, lungo il mega salone-corridoio.
I passeggeri che sbarcano da un volo al T1, tra le nove e le dieci della sera, devono accontentarsi di un solo punto di ristoro aperto e, del resto, non potrebbe essere diversamente dato l’esiguo numero di clienti al piano Arrivi. Dieci i voli in atterraggio, tra le 20.45 e le 23.35, riportati sul tabellone di sabato 30 gennaio al T1. Altri quattro sono previsti al terminal 2, quello dove opera easyJet. A rischiarare l’immenso piano Arrivi sono le nuove luci installate con il restyling da 30 milioni di euro dell’intera aerostazione e il punto vendita di giornali, riviste e tabacchi che ancora non ha chiuso. Due esercizi in tutto, quanto basta a soddisfare le esigenze dei pochi passeggeri in fase di sbarco.
Così Malpensa resta terra di nessuno, se non qualche residente della zona in attesa dei parenti che arriveranno da Londra, Zurigo o Mosca; un addetto ai carrelli portabagagli, lavoratore della società a cui Sea ha affidato l’appalto del recupero e della sistemazione dei carrelli sparsi per l’aerostazione e qualche senzatetto che ha già il proprio posto fisso con borse e oggetti personali su una fila di sedie, altrimenti non utilizzate. In questo caso si tratta di qualcuno conosciuto, inoffensivo, ormai considerato “residente” a Malpensa, mentre chi si aggira per lo scalo e potrebbe creare problemi è seguito dagli agenti della polizia di Malpensa, anche in un sabato sera tranquillo e silenzioso dall’atmosfera quasi irreale. Mentre fuori è tutto al solito, 3 euro per diciotto minuti di parcheggio.