«Galimberti? Solo e abbandonato dal suo partito e in grossa difficoltà per la sua palese incapacità di fare il sindaco, mi dispiace per lui ma non ho alcuna intenzione di abbassarmi al suo livello». Così il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli risponde, per le rime, al suo collega di Varese Davide Galimberti, nella seconda “puntata” della querelle sulla questione dei migranti. Un uppercut in risposta ad un jab, in una sorta di “celebrity deathmatch” tra i sindaci che guidano le due maggiori città della nostra provincia e che si sono trovati su fronti opposti sul caso dell’accoglienza dei richiedenti asilo, dopo essersele già “date di santa ragione” ai tempi della vicenda della distribuzione dei fondi del Patto per la Lombardia.
Venerdì sera Davide Galimberti, alla festa dell’Unità della Schiranna, era ritornato sulla querelle nata in seguito alla “marcia” su Varese, direzione Prefettura, dei migranti ospitati nel centro Kb di via dei Mille a Busto Arsizio. Attaccando pesantemente il collega di Busto Arsizio: «Un sindaco non può dire, di fronte ad un problema, che il ministro deve venire a vedere la situazione. Non è un modo serio per di affrontare fenomeni complicati come far fronte alla migrazione.
Quella che è stata detta è la risposta che darebbe un bambino di sette anni». Ieri, dopo aver letto le dichiarazioni di Galimberti, il primo cittadino bustocco Emanuele Antonelli non si è scomposto e ha reagito con un colpo altrettanto deciso. «Cosa dovrei rispondergli? – afferma Antonelli – mi dispiace per lui: è in grossa difficoltà per via della sua palese incapacità di fare il sindaco e quindi prova a sviare, ma io non intendo abbassarmi al suo livello». Non solo, il sindaco di centrodestra di Busto aggiunge: «Mi dispiace per lui anche per il fatto che sia stato lasciato solo e abbandonato dal suo partito, che giustamente non ha ritenuto opportuno sostenere la sua presa di posizione sui migranti. Fossi in lui mi chiederei come mai nessun sindaco e nessun esponente del suo partito si sia esposto pubblicamente per difenderlo. Probabilmente sono imbarazzati dal suo modo di operare».
Antonelli si riferisce al botta e risposta tra i due sindaci in occasione della “marcia” dei migranti da Busto Arsizio a Varese, quando Galimberti aveva chiesto che Busto risarcisse Varese per i disagi causati dagli ospiti del centro di via dei Mille e Antonelli aveva risposto duramente, appoggiato dal collega di Gallarate Andrea Cassani e dai vertici provinciali di Lega Nord e Forza Italia, sostenendo che il collega del capoluogo stesse «usando» i migranti per accreditarsi ai vertici del suo partito e del governo. «Quando non si hanno più argomenti, o meglio non si hanno mai avuti, si passa alle offese personali – interviene Francesco Iadonisi, coordinatore della Lista Antonelli, la lista civica che ha sostenuto la sfida elettorale dell’attuale sindaco di Busto Arsizio – sono dispiaciuto per i tanti varesini che si ritrovano a vivere una città che sta peggiorando e declinando quotidianamente. Non oso pensare come sarà ridotta tra 5 anni. A Galimberti però vorrei dare un consiglio, prima che sia troppo tardi: venga a trovarci a Busto Arsizio, siamo disposti a dargli qualche lezione “elementare” di come si dovrebbe governare una città». Evidente il riferimento al «bambino di sette anni» con cui il sindaco di Varese ha apostrofato il suo collega bustocco. Anche il capogruppo di Forza Italia a Varese Simone Longhini attacca l’uscita di Galimberti: «Lo sport preferito di questa giunta sembra essere attaccare, alternativamente, chi li ha preceduti e gli amministratori dei Comuni vicini. Quando inizieranno finalmente a prendersi le loro responsabilità e a dare risposte ai varesini?».